Poco più di anno in cui non sono mancati i colpi di scena, denunce e scontri. Adolfo Messina, l’ex presidente di Pubbliservizi arrestato oggi dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’operazione Cerchio magico, un’inchiesta su presunte irregolarità negli appalti fra il 2015 ed il 2016, era arrivato alla guida della partecipata della Città metropolitana di Catania nel giugno 2015.
A nominarlo era stato l’allora commissario della ex Provincia, ma a volerlo a capo di una delle più importanti società in house (15 milioni annui e circa 400 dipendenti) del Catanese era stato il governatore Rosario Crocetta a cui Messina si era avvicinato ai tempi del boom del Megafono. Prima, però, c’era stato il feeling con Raffaele Lombardo arrivato successivamente ad un lungo periodo di vicinanza all’area di Pino Firrarello e Giuseppe Castiglione con i quali non sono mancati gli scontri ferocissimi dopo l’addio.
La presidenza del Cda di Pubbliservizi è solo l’ultimo di incarichi svolti da Messina in aziende pubbliche e private, in particolare nel campo di quelle sanitarie di cui è stato a lungo presidente del comitato di gestione, ma è soprattutto in Pubbliservizi che Adolfo Messina si fa conoscere ai più.
Nell’ottobre 2016 denuncia infatti due casi di intimidazione e a Catania arriva proprio il governatore che in una conferenza stampa invita “la politica della città, il consiglio comunale a sostenere questi uomini perché mai si dica che sono soli. Quando le battaglie per la legalità sono condivise è difficile che questi uomini diventino l’obiettivo”.
Le dimissioni arrivano nel dicembre dello scorso anno dopo un duello a distanza con Enzo Bianco, divenuto nel frattempo sindaco metropolitano di Catania, con il quale non mancano le tensioni specie dopo la bocciatura del Bilancio 2015 della partecipata da parte dell’assemblea dei soci.
In quella circostanza volarono stracci, così come dopo un’audizione in commissione Bilancio dell’Ars di alcuni dirigenti della Città Metropolitana proprio in merito alla situazione della Pubbliservizi, Messina annunciò querele.
Il resto è cronaca di stamani.
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