Una telecronaca così non s’è mai sentita. Una partita di calcio così non s’è mai vista. Eppure è accaduto. E’ accaduto davvero. E’ tutto così ovvio, normale. Il telecronista che  candidamente afferma “Io penso che in porta ci sia Buffon…”.

E i gol, tanti gol, soltanto gol, infiniti gol, tutti segnati dall’Italia, contro chi non importa, non importa quale sia l’avversario, tanto vince comunque, tanto vincono tutti, è un’esultanza senza limite, condivisa da tutti gli interpreti di Danza in Pausa, l’ennesimo gioiello cesellato da Monica Felloni.

La regista di NeonTeatro ha convogliato nello spettacolo andato in scena sul palco del Viagrande Studios l’energia raccolta durante il laboratorio teatrale Normali Metamorfosi realizzato per il secondo anno consecutivo all’interno della sede etnea del Csr, il Consorzio Siciliano di Riabilitazione.

E’ la demolizione del concetto di limite, Danza in Pausa. Perché se una delle ospiti non vedenti del Csr di Viagrande al termine della performance che ha contribuito a rendere unica, memorabile, desidera una foto dell’uomo che ama, al quale stringe la mano quotidianamente, spalla contro spalla anche sul palco, allora capisci che tutto è possibile, anche vedere oltre il buio, spazzando via il buio. Concetti, l’amore annienta i concetti, le consuetudini e innalza l’umanità al di sopra di tutto e allo stesso tempo parte del Tutto.

Ecco perché quelle mani che non possono permetterti di stringere un oggetto riescono a mimare il violino dell’Estate di Vivaldi. Ecco perché le carrozzine, ben nove, non ingombrano la scena, ma la arricchiscono di vita fremente, di arte pura, che fa dell’abbraccio un inno, della mimica cifra interpretativa, dei volti in lotta con la tirannia delle connessioni bellezza, bellezza che riempie il grande schermo sullo sfondo, la bellezza che si impone nei video realizzati da Jessica Hauf con gli attori che ammiri dal vivo e nel dettaglio immortalato.

“Danza in Pausa è la celebrazione di quell’istante in cui scopriamo che siamo tutti immortali, uguali – spiega il direttore artistico di NeonTeatro Piero Ristagno – Danza in Pausa è l’esaltazione delle capacità residue di persone con handicap e di noi tutti in quanto divinità. Nessuno di noi cosiddetto normale penserebbe di avere delle capacità residue. Invece, le abbiamo, sono quelle che ci avvicinano al Divino”.

Capacità residue. Immense. Insospettabili. Tutto si amalgama. Gli operatori del Csr diventano attori con chi ogni giorno affiancano, gli artisti di NeonTeatro danzano sulle gambe, fanno danzare gambe, saettano con carrozzine prese in prestito per condividere e destrutturare. Tutti possono tutto, col motore dell’ironia perfettamente assemblato, quell’ironia che ti fa indossare il tutù e disegnare col rossetto rosso fuoco le labbra anche se uomo; quell’ironia che ti fa indossare il tutù anche se con le gambe non può compiere un passo; quell’ironia che ti fa ballare come ti va, che spinge gli altri a imitarti e l’handicap si annulla, sono gli altri che fanno quel che tu fai, perché è giusto così, perché dove sta scritto che non deve essere così.

“Esisto a dimensione di foglia cullata dal vento, pronta a danzare, a scuotermi”, non potrebbe spiegare meglio Arcangelo Gabriele Signorello, poeta ospite del Csr, autore dei testi di Danza in Pausa insieme con Piero Ristagno.

“Siamo qui per fare cultura – afferma Sergio Lo Trovato, presidente del Csr di Viagrande – grazie a NeonTeatro e al contributo fondamentale dei nostri operatori siamo riusciti a andare al di là della riabilitazione. Il laboratorio teatrale e lo spettacolo che ne è scaturito fanno parte di quel percorso costellato di successi sudati, conquistati, che caratterizza il nostro impegno. E Danza in Pausa è uno dei fiori all’occhiello delle celebrazioni per la fondazione dell’Aias, fondata a Catania 50 anni fa, adesso parte integrante del Csr”.

“A fine spettacolo mi hanno chiesto quanto è durato – conclude Ristagno – perché avrebbero voluto che non finisse mai. E’ durato il tempo necessario a innamorarsi. Quando, per forza di cose, lo spettacolo finisce, poi continua l’amore”.

 

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