“Una sentenza che mortifica la verità”. Così il sindaco di Misterbianco, Nino Di Guardo, ha commentato la decisione del Cga che ha sospeso la sentenza Tar Catania che aveva ritenuto valido il diniego della regione al rinnovo dell’autorizzazione alla discarica Valanghe d’Inverno nel comune di Motta Sant’Anastasia, ma a poche centinaia di metri dal centro storico di Misterbianco.

Il primo cittadino ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica e ritiene che “Il Cga abbia preso un abbaglio, l’organo di giustizia sospende la decisione del Tar scrivendo in ordinanza che “la disciplina urbanistica di zona consente la realizzazione della discarica per cui è causa e che non sussistono vincoli ambientali”.

“Nulla di più falso – continua Di Guardo – abbiamo allegato all’esposto una sequenza di documenti che attestato che sull’area esistono tre vincoli, idrogeologico, geologico e rischio frane per come attestato dal certificato del comune di Motta S. Anastasia del 2008 presentato dalla stessa Oikos e da un certificato di destinazione urbanistica della stessa azienda presentato in sede di rinnovo nel 2013.”

“Si nega la verità. Per questo chiedo con determinazione al Procuratore della Repubblica – continua Di Guardo – che qualcuno abbia l’accortezza di leggere le carte poiché tutto si basa su illegalità diffuse che nessuno fa finta di vedere.”

All’esposto, il sindaco Di guardo ha allegato alcuni documenti tra cui il resoconto stenografico della Commissione nazionale Antimafia che ascolta il dirigente regionale Domenico Armenio che dichiara di una situazione “disastrosa per i profili di legittimità delle autorizzazioni rilasciate” e che tutto era “una accozzaglia di carte che veniva messa assieme e da cui scaturiva il provvedimento autorizzativo” e che la distanza dice sempre il dirigente Armenio “era inferiore ai tre chilometri” ai certificati urbanistici, alle autorizzazioni rilasciate.

“Come si fa – dice il sindaco Di Guardo – a sottacere tutto ciò? Come fa il Cga a negare l’evidenza dei documenti?”

 “Io credo – conclude Di Guardo – che in qualità di primo cittadino non dobbiamo assumere atteggiamenti di protesta forti per vedere rispettata la legge, così come non possiamo sopportare una minaccia così atroce che mortifica una intera comunità. I commissari, lo dice il dott. Armenio, dovevano gestire la chiusura dell’impianto ed invece ricorrono per non chiudere – afferma Di Guardo – forse per le laute indennità che continuiamo a denunciare. Questa è una situazione insopportabile.”

Di Guardo, che in passato ha parlato di ‘grave inquinamento ambientale’ ha denunciato che “nulla viene fatto per bonificare la discarica chiusa di Tiritì, violando la legge”.

far

Articoli correlati