carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Fontanarossa hanno arrestato a Librino un 30enne catanese pregiudicato per spaccio. Durante un’indagine, i militari dell’Arma avevano scoperto come l’uomo avesse trasformato un appartamento di via della Capinera in un centro per la compravendita di droga.

L’abitazione era sorvegliata da un sistema di microcamere installate sugli angoli della palazzina ed utilizzate dal pusher per garantirsi la fuga nell’eventualità di un blitz delle forze dell’ordine. L’impianto era anche usato per tenere d’occhio tutte le persone non residenti che entravano ed uscivano dall’edificio ad ogni ora del giorno e della notte. Dopo aver chiarito il contesto, i militari hanno deciso di avviare una serie di servizi di osservazione a distanza senza dare nell’occhio, attendendo il momento più propizio per poter fare irruzione nello stabile.

I controlli

Ad un certo punto hanno visto entrare dei giovani che, inavvertitamente, avevano lasciato il portone aperto. Questa favorevole opportunità è stata colta al volo dagli operatori che hanno deciso di seguire i ragazzi e raggiungerli mentre stavano per accedere dentro l’abitazione individuata, riuscendo quindi ad entrare. Lo spacciatore ha però intuito che qualcosa stava andando per il verso sbagliato ed ha tentato di chiudere la porta spingendola con forza contro i carabinieri che, tuttavia, sono riusciti a spalancarla e entrare.

Una volta dentro, gli investigatori, hanno trovato il tavolino sul quale il 30enne aveva esposto le dosi di cocaina, del peso di più di 20 grammi e 40 euro ritenuti guadagno dell’attività illecita, quel giorno appena iniziata. All’interno del salone era presente anche un enorme monitor collegato a ben 12 microtelecamere poste sul perimetro del palazzo, per monitorare non solo tutti i dell’intero isolato. L’autorità giudiziaria ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare in carcere.

L’arresto a Caltagirone

I carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Caltagirone pensavano di trovarsi davanti ad una lite familiare, ma hanno invece arrestato un 23enne del posto con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Erano le 22 circa quando un passante, allarmato dalle grida, ha avvertito il 112 di una probabile lite familiare in corso.

Un equipaggio è quindi giunto immediatamente sul posto trovando l’autore della segnalazione che, con grande senso civico, ha atteso il loro arrivo per fornire loro le indicazioni necessarie. Dopo aver individuato l’abitazione, i militari sono entrati all’interno trovando una 32enne calatina in compagnia dei suoi tre figli in tenera età. La donna ha confermato che, poco prima, avrebbe avuto un diverbio particolarmente acceso con il proprio compagno, riferendo che probabilmente era ubriaco. Ad un primo esame dei militari, non sembrava che l’uomo avesse usato violenza nei confronti dei familiari conviventi. Il giovane era già una vecchia conoscenza dei carabinieri ed in quel momento si trovava in un’altra stanza dell’abitazione.

Il nervosismo

Alla vista dei militari ha iniziato a manifestare un immotivato nervosismo, tanto da spingerli a pensare che stesse nascondendo qualcosa. La perquisizione all’interno della camera in cui si trovava ha permesso di sequestrare uno scatolino con dentro 27 grammi di cocaina, nascosto sotto il materasso del letto matrimoniale. Presente anche un bilancino di precisione ed una carta di credito con evidenti tracce della stessa sostanza. All’interno dei pantaloni, il 23enne aveva occultato 184 euro, somma ritenuta provento di spaccio. Dopo l’arresto, nell’immediatezza il presunto pusher è stato posto ai domiciliari, misura cautelare poi confermata dall’autorità giudiziaria dopo la convalida.

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