Comincia con una citazione di Enzo Tortora (quando tornò in tv dopo l’assurda errore giudiziario) la nuova avventura di Pietro Lo Monaco come amministratore delegato del Catania. La frase ‘Dove eravamo rimasti…In Serie A’, apre una conferenza stampa seguita da almeno 60 giornalisti, come in un pre-gara di Champions league.

Una citazione che ha il sapore di uno slogan o, meglio, di un obiettivo: riportare il Catania nella massima serie “nel giro di 4 o 5 anni”, proprio dove Lo Monaco, nel 2012, aveva lasciato i rossazzurri, dopo l’esaltante stagione con Vincenzo Montella in panchina, quando il Catania era soprannominato ‘Piccolo Barcellona’.

Una stagione propedeutica a quella successiva in cui i rossazzurri conquistarono l’ottavo posto in Serie A, il miglior risultato di sempre, prima dell’era Cosentino ( Lo Monaco non ha mai nominato l’argentino, ma un riferimento a tutti è sembrato piuttosto riconducibile “l’uomo in canottiera tatuato”), della retrocessione in Serie B, dell’inchiesta ‘I treni del gol’ e della retrocessione in Lega Pro per illecito.

Lo Monaco è tornato e si è presentato in conferenza stampa con il presidente rossazzurro Davide Franco. Ha subito sfornato i suoi motti preferiti, a cominciare dalle “5 componenti” tanto care all’amministratore delegato.

Lo Monaco ha spiegato i motivi del suo ritorno a Catania e ha anche confermato l’intenzione della proprietà, ovvero di Nino Pulvirenti, di rilanciare il progetto sportivo anche se la situazione debitoria della società è molto pesante.

I dissidi con il patron sono acqua passata, ma senza mezze misure ammette:”In alcuni momenti lo avrei ammazzato e quando l’ho rivisto, ho ritrovato il fratello più piccolo che si era smarrito qualche tempo fa…”

Una curiosità: i due si sono incontrati il 28 maggio “e tutti sapete di che giorno si tratta (era la del ritorno in Serie A dopo 24 anni ndr)”, ma i contatti sono iniziati dopo Pasqua grazie alla mediazione di alcune persone.

L’obiettivo primario sarà quello di recuperare l’immagine del Catania, scalfita dalle vicende degli ultimi anni e soprattutto recuperare il rapporto con la tifoseria che proprio non vuol saperne dell’attuale proprietà: “E’ comprensibile dopo quello che è successo – spiega più volte – ma fa da contrappeso l’amore per la maglia!”

Le idee di Lo Monaco sono chiarissime: “La squadra? E’ già fatta e dalla prossima settimana cominceremo le presentazioni dello staff e dei dirogenti”. Presto fatto anche l’identikit del futuro allenatore rossazzurro:”Serve un tecnico di spessore – ha detto Lo Monaco – con le giuste competenze e con la voglia di mettersi in gioco”.

C’è poi la vicenda più delicata, cioè la situazione economica definita ‘critica’ in vari momenti dell’incontro con la stampa. Finaria, la holding proprietaria per il 95 per cento del Calcio Catania, elaborerà un nuovo piano finanziario per il quale occorreranno un paio di mesi e con ogni probabilità si sfrutterà anche il patrimonio immobiliare per fare fronte alle emergenze e prevedere il rilancio del club.

“Perchè in Lega Pro metti solo soldi, in Serie B se sei bravo vai alla pari…in Serie A realizzi tutto ciò”, argomenta mentre agita le mani indicando la salastampa di Torre del Grifo.

L’ad, quindi, potrebbe ripercorrere quel cammino già sperimentato quando il duo Pulvirenti-Lo Monaco piombò a Catania acquistandolo dai Gaucci, la famosa ‘scatola vuota’ che poi venne riassortita di calciatori a campionato in corso e che in due anni raggiunse la Serie A.

Non manca l’amarcord anche con qualche giornalista, ma  Lo Monaco, ha poi raccontato un episodio particolare: “Sono entrato nella stanza dell’amministratore delegato, ma non ho trovato la gigantografia del 28 maggio 2006 che stava dietro la scrivania…Andatelo a recuperare!”

Si ricomincia.

 

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