Ci sono anche due poliziotti e un carabiniere tra i destinatari dell’ordinanza del Gip di Catania sull’organizzazione che coltivava una piantagione di marijuana sgominata dalla squadra mobile etnea, coordinata dalla locale Procura distrettuale.

Uno degli agenti è ritenuto tra gli organizzatori e il carabiniere un complice. Per loro due il Gip ha previsto la detenzione cautelare in carcere. Il secondo poliziotto, indagato per favoreggiamento, è stato posto agli arresti domiciliari. I due agenti erano in servizio a Catania, il carabiniere in una stazione della provincia.

Tra i destinatari del provvedimento del Gip c’è l’assistente capo della polizia Matteo Oliva, di 46 anni, ritenuto uno dei dirigenti e tra gli organizzatori della banda, e il carabiniere Stefano Cianfarani, di 49 anni, indicato come organico al gruppo. I due, indagati anche per corruzione per un atto contrario ai propri doveri, sono stati condotti in carcere. L’assistente capo di polizia Giuseppe Bennardo, di 50 anni, estraneo alla coltivazione di marijuana, è stato posto ai domiciliari per favoreggiamento personale: avrebbe cercato di eludere le investigazioni sui due colleghi.

Le indagini della squadra mobile di Catania sono state avviate dopo le dichiarazioni di un ‘pentito’ del clan Nardo, di Lentini (Sr), a cui si sono poi aggiunte quelle di un altro collaboratore di giustizia della cosca Cappello-Bonaccorsi. L’organizzazione, ha ricostruito la polizia, impiantava coltivazioni di marijuana nelle campagne di Scordia, nelle cui zona era in servizio Cianfarani, per vendere poi la droga, potendo contare sulla ‘protezione’ del carabiniere su eventuali controlli investigativi.

Durante le indagini, coordinate dalla Procura distrettuale di Catania, il 23 settembre del 2017, la squadra mobile ha sequestrato una piantagione con 2.500 piante di marijuana ‘skunk’ e accertato che gli indagati avevano già predisposto un terreno che sarebbe stato destinato alla coltivazione di arbusti per la produzione di droga. In intercettazioni agli atti dell’inchiesta, le piante venivano definite ‘ibridi belli’ per evidenziarne la particolare qualità, particolare che ha dato il nome all’operazione denominata ‘Beautiful hybrid’.

Complessivamente quindici persone sono state portate in carcere in esecuzione dell’ordinanza del Gip e altre cinque poste agli arresti domiciliari. Un 21esimo indagato è al momento irreperibile.

TUTTI GLI ARRESTATI

Sono venti le persone arrestate, 15 portate in carcere e 5 poste ai domiciliari, dalla squadra mobile di Catania nell’ambito dell’operazione denominata “Beautiful hybrid”. Tra loro Stefano Cianfarani, di 41 anni, carabiniere in servizio a Palagonia, ai domiciliari per favoreggiamento personale; Matteo Oliva, di 46, poliziotto in servizio alla Polizia Scientifica di Catania, e Giuseppe Bennardo, agente alla squadra di contrasto al crimine diffuso della Squadra mobile di Catania. Quest’ultimi due sono stati condotti in carcere. Gli altri arrestati sono: Umberto Beninato, di 41 anni; Domenico Bonifacio, di 27; Giuseppe Calcò, di 51; Alessandro Cannizzaro, di 33, posto ai domiciliari; Antonino Cosentino, di 39; Fabio Gaetano D’Antona, di 42; Nello Nico Ferrante, di 46, anch’egli posto ai domiciliari; Salvatore Guzzone, di 35, che si trovava già ai domiciliari; i fratelli Rita e Santo Maggiore, rispettivamente di 45 e 47 anni; Santo Musarra, di 27, anch’egli posto ai domiciliari; Carmelo Privitera, di 52, posto ai domiciliari; Rocco Ragusa, di 45; Gabriella Rossitto, di 50, posta ai domiciliari; Carmelo Straniero, di 47, che era sottoposto all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, e i suoi due figli Andrea di 22 e Giovanni Nicolò, di 24, che si trovava già ai domiciliari.