Secondo le statistiche stiamo vivendo un periodo di deflazione ovvero una diminuzione dei prezzi ma la gente che frequenta quasi tutti i giorni i supermercati, però, non sembrerebbe accorgersene.

A far variare i prezzi dovrebbero essere soprattutto le materie prime ma nonostante il calo di queste ultime la deflazione non si registra sugli scaffali.

“Siamo davanti ai tipici paradossi italiani ovvero abbiamo un carrello della spesa sempre più caro, ma di contro la deflazione si registra con effetti devastanti nelle campagne dove le quotazioni rispetto allo scorso anno sono praticamente dimezzate. A causa del calo dei prezzi riconosciuti ai produttori sia per i raccolti che per gli allevamenti, che non coprono più neanche i costi di produzione o dell’alimentazione del bestiame, sembra che la deflazione interessa solo loro . La colpa è nella politica di filiera sbagliata ed ancora poca tutela del nostro made in Italy”- interviene Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti.

Per filiera si intende tutto il processo che porta alla realizzazione di un prodotto alimentare, dalla materia prima fino a ciò che arriva sulla tavola del consumatore.

“La filiera è composta da diversi soggetti dal produttore al consumatore finale. Purtroppo ultimamente vengono sempre più privilegiati produttori stranieri. Un ruolo importante lo dovrebbero svolgere i rappresentati di categoria, anche loro attori della filiera, che dovrebbero battersi per difendere i produttori nazionali e il prodotto made in Italy garanzia sia per il produttore che per il consumatore finale, ma ci rendiamo conto che probabilmente a loro forse importa solo incassare la tessera annuale e sedersi a tavolino tutti insieme allegramente alle spalle di chi lavora e lavora ma non ne trae benefici”- conclude Finocchiaro.