Eseguito, presso l’UOS di Emodinamica dell’Ospedale “Gravina”, un intervento di alta specialità con l’ausilio del sistema Ecmo (ossigenazione extracorporea a membrana), su una giovane donna di 33 anni, diabetica, affetta da grave coronaropatia cronica.
L’intervento è stato effettuato da Daniele Giannotta, direttore dell’UOS di Emodinamica, coadiuvato da Giuseppe Giacchi e dall’equipe infermieristica dell’Emodinamica, con l’assistenza anestesiologica della dr.ssa Laura Malannino, dirigente medico anestesista dell’UOC Anestesia e Rianimazione (responsabile Gianfranco Morana).
La Direzione medica del Presidio, diretta da Giovanna Pellegrino, ha coordinato tutti i processi organizzativi e gestionali per garantire che l’intervento fosse condotto nella massima sicurezza.
“La cardiologia interventistica calatina – afferma Maurizio Lanza, direttore generale dell’Asp di Catania – è una delle eccellenze della nostra Azienda. La fiducia dei pazienti e i dati di attività della struttura premiano il costante impegno di tutti gli operatori. Come ho avuto modo di ribadire più volte, questa Direzione, con il sostegno dall’Assessorato regionale alla Salute, guidato da Ruggero Razza, intende investire sullo sviluppo delle performance aziendali, puntando sul miglioramento dei percorsi assistenziali e sulla crescita professionale”.
La paziente, nonostante la giovane età, presentava tratti delle coronarie totalmente occlusi. Simili quadri generali di salute, probabilmente dovuti alla grave forma diabetica di cui soffre la giovane donna, si riscontrano in pazienti di alte fasce d’età, raramente in trentenni.
Apprezzamento per l’operato dei medici è stato espresso anche dal direttore sanitario dell’Asp di Catania, Antonino Rapisarda. “È un risultato che si deve alla professionalità e all’abnegazione del personale – afferma – e all’impegno nel coniugare qualità e sicurezza delle cure”.
I medici, mediante trattamento per occlusione cronica totale (CTO), hanno provveduto alla disostruzione del vaso sanguigno e alla ricostruzione del vero lume.
La donna è stata blandamente sedata e, per assicurare il necessario supporto cardio-circolatorio, è stato utilizzato, in service, il sistema di circolazione extracorporea Ecmo. Tale tecnica viene effettuata con una pompa, che supporta la funzione contrattile del cuore, e con un ossigenatore, che integra o sostituisce temporaneamente la funzione di scambio polmonare.
“Le condizioni cardiologiche della paziente erano molto gravi – spiega Giannotta -. L’intervento è stato molto complesso a causa dell’estensione delle occlusioni e della limitata sezione dei vasi. Abbiamo tuttavia rivascolarizzato con successo i tratti coronarici chiusi. Ringrazio davvero la Direzione generale per la fiducia e la disponibilità espresse che ci motivano, ulteriormente, nel nostro lavoro”.
La paziente sta bene e già in prima giornata post-intervento è stata trasferita nella degenza dell’UOC di Cardiologia, di cui è responsabile il dr. Carmelo Fossi, dopo una notte trascorsa in Utic (Unità di terapia intensiva coronarica) dov’è stata monitorata. Ha espresso ai medici gratitudine per l’intervento e soprattutto grande motivazione per una più attenta gestione del diabete e dei fattori di rischio connessi.
L’Ecmo viene utilizzato per trattare patologie che provocano un’inadeguata ossigenazione del sangue e, nelle più recenti versioni, rappresenta una evoluzione della procedura adottata da diversi decenni, in occasione di interventi a cuore aperto.
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