“La mia decisione di candidarmi nasce, prima di tutto, dall’ambizione di continuare l’opera del rettore Giacomo Pignataro”. Più chiaro di così, non poteva. Filippo Drago, direttore di Scienze Biomediche e aspirante Magnifico, ha diffuso una lettera alla comunità accademica per chiarire che lui non vuole essere soltanto l’alternativa a Francesco Basile nella … galassia medica, ma anche l’anti-Foti.

Almeno per il fatto che il terzo concorrente alla poltronissima di piazza Università – Enrico Foti, direttore di Ingegneria – si era presentato nei giorni scorsi come il campione della discontinuità. Distinto e distante da un altro ex, Tony Recca, oltre che da Giacomo Pignataro.  

Nella sua  nota, Drago sottolinea che  “trasparenza ed efficienza è il motto del mio mandato da direttore e lo stesso sarà per il mio mandato di Rettore”. “Il progetto che intendo perseguire – scrive ancora – è quello di realizzare un’Università in linea con i più elevati standard internazionali. In una stagione contrassegnata da grandi difficoltà finanziarie e dal rischio crescente di marginalizzazione, dobbiamo mostrare il coraggio e l’intraprendenza necessaria per rilanciare il ruolo di un grande Ateneo del Sud, ancora oggi mortificato dal peso di inefficienze e incongruenze”.

Senza mai citare il rivale di Ingegneria, che aveva polemicamente ricordato le posizioni di coda conquistate dall’Università di Catania nella classifiche di merito degli Atenei italiani, Filippo Drago difende l’operato di Pignataro scrivendo: “Sono convinto che la posizione, sessantaduesima su sessantaquattro, attribuita al nostro Ateneo nell’ultima valutazione 2011-2014 dall’ANVUR (l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario, ndr)  non rende merito al suo valore scientifico”.

E ancora: “Pur considerando l’ipotetico avanzamento rispetto alle posizioni della precedente valutazione, che equivarrebbe ad un bonus in termini di finanziamento della ricerca, e le difficoltà nelle quali il conferimento dei prodotti della ricerca è avvenuto, non v’è dubbio però che tanta strada deve essere percorsa affinché il nostro Ateneo possa raggiungere livelli di ricerca equiparabili al livello internazionale. Ecco perché ritengo che la buona ricerca sia il fondamento del rilancio dell’Università di Catania. Da essa deriva in gran parte il sostentamento dell’Ateneo”.

Drago conclude, assicurando: “Se sarò eletto Rettore, il mio impegno sarà di servizio e non di potere. Non deciderò mai nel chiuso del mio studio, ma sempre e solo dopo aver condiviso pareri e opinioni con gli organi di governo universitario; non imporrò mai il mio punto di vista perché il mio ruolo dovrà essere semmai quello di creare le basi per una scelta partecipata; soprattutto, non determinerò scelte in funzione di obiettivi personali, di lobby, di famiglia, o peggio di interesse politico”.

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