• Emergenza idrica in Sicilia, si potrebbero utilizzare i dissalatori che producono acqua potabile
  • Se ne è discusso in occasione di Catania 2030-Green expo del Mediterraneo
  • Una società spagnola ha presentato la tecnica della dissalazione per osmosi inversa

Con un lungo portfolio di best practice in tutto il mondo e anche alle isole Pelagie, con Pantelleria, Lampedusa e Linosa, l’azienda spagnola Acciona è stata protagonista di Catania 2030 – Green expo del Mediterraneo l’evento di riferimento nel settore dell’acqua e clima.

La creazione di un sistema idrico efficiente

Durante la tre giorni, sono state portate sul tavolo del confronto, con gli stakeholder e con il governo regionale, le tecniche più innovative per la creazione di un sistema idrico efficiente in tutta la Sicilia, che integrino la sostenibilità ambientale con quella economica, ma soprattutto risolvano l’annosa questione dell’approvvigionamento dell’acqua, anche attraverso la desalinizzazione con l’innovativa tecnica dell’osmosi inversa.

L’acqua del mare per resistere al climate change

È per questo motivo che è stato organizzato un panel dal titolo “Dal mare, l’acqua per resistere al climate change” al quale hanno partecipato, tra gli altri, il country manager di Acciona, l’ingegnere Luigi Patímo, l’AD di Althesys, il Prof. Alessandro Marangoni, il referente di Utilitalia, Renato Drusiani, il professore dell’Università di Palermo Rosario Mazzola e il dirigente generale DRAR, Calogero Foti.

La necessità di dissalatori in Sicilia

“Il reperimento e la produzione dell’acqua potabile in Sicilia – dichiara l’ingegnere Patimo – sono questioni di emergenza a cui auspichiamo la politica dia risposte concrete, prevedendo interventi tempestivi. Tutto ciò, non solo riguardo alle isole minori, ma anche nelle zone particolarmente siccitose della Sicilia. Durante il nostro panel, c’è stato un confronto con i massimi esponenti del mondo accademico, per condividere tutti i dati scientifici ed economici che provano la necessità dei dissalatori nell’Isola. Il costo dell’acqua dipende principalmente dal suo trasporto, che poi provoca anche un impatto ecologico sul pianeta. Con i nostri impianti idrici, rendiamo potabile l’acqua del mare con un costo anche al di sotto di 1 € per metro cubo, al posto dei 15 euro di quella che viene trasportata con le navi che inquinano a dismisura”.

La Sicilia a rischio desertificazione

Dal Quatar, all’Inghilterra, passando per Hong Kong fino al Venezuela; e poi ancora dall’Australia alla Spagna: nel mondo sono 135 milioni le persone che beneficiano già dell’attività della società spagnola impegnata nella gestione del ciclo integrale dell’acqua. Con la tecnica della dissalazione per osmosi inversa, viene assicurato l’approvvigionamento in quei territori privi di risorse idriche, ma soprattutto la riduzione degli sprechi che, solo al Sud Italia, raggiungono in alcuni casi la preoccupante soglia del 60%.
Un argomento caldo in tutto il pianeta, ma ancor più nell’Isola siciliana, che molti studi danno in un processo inarrestabile di desertificazione.

Risorse idriche in esaurimento

“La dissalazione – dichiara il professore Marangoni – rappresenta il modo migliore per risolvere il problema del cambiamento climatico, ma in Italia solo l’1% degli impianti produce acqua attraverso questi processi. Nel Paese, negli ultimi 40 anni, abbiamo perso una grande disponibilità idrica e le risorse sono in esaurimento. La mancanza d’acqua mette in crisi la popolazione e tutte le attività produttive ecco perché bisogna trovare delle soluzioni e bisogna farlo adesso”.

Integrare il sistema di dissalazione a quello idrico

L’obiettivo della società spagnola è quello di integrare in Italia il sistema di dissalazione a quello idrico, capace di fare affrontare a costi ridotti i frequenti periodi siccitosi. Gli impianti di desalinizzazione potrebbero, infatti, aiutare a fronteggiare la scarsità idrica, abbinati ad installazioni di generazione elettrica anche da fonti rinnovabili.
Produrre acqua dove non ce n’è, eliminando trasporti e ulteriori aggravi per le amministrazioni regionale e locali, consentirebbe anche all’isola un nuovo impulso, anche turistico. Questi impianti consentono di produrre l’acqua dove non è presente e molti degli interventi per la loro costruzione potrebbero entrare a pieno titolo nel Piano nazionale di rilancio e resilienza (Pnrr) in corso di definizione.

La necessità di una programmazione

Dal panel tenutosi a Catania la proposta di dialogare, anche in Sicilia, con un’autorità idrica territoriale integrata, in maniera proattiva, per la pianificazione e la gestione complessiva degli utilizzi idrici, attraverso soluzioni win-win che coinvolgano, in modo coordinato, i vari settori: energia, industria, agricoltura, utility.
“In Sicilia – ha concluso il professore Mazzola – abbiamo bisogno di programmazione con uno strumento amministrativo omogeneo. La produzione di acqua dolce può avvenire dal mare. Basta stabilire i corretti investimenti”.

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