“La legge della giungla e le strisce blu di Giarre dove nessuno paga la Tarsu e nessuno ne richiede il pagamento”, così la deputata del Movimento 5 Stelle all’Ars Angela Foti presenta un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale a carico degli amministratori locali del tempo.

“Nel contratto quarantennale che il Comune ha stipulato nel 2008 con la Giarre parcheggi Srl, – spiega la parlamentare del M5S – misteriosamente non vi è nessun riferimento al pagamento della tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu). Chi avrebbe dovuto pagarla, non è dato sapersi”.

Nella nota diffusa dalla deputata grillina si legge ancora “nonostante l’assenza di una qualunque clausola, nel 2012 il Comune notificava alla Società gli avvisi di accertamento dal 2008 al 2011, per un importo di oltre 470mila euro”.

Foti ricostruisce ancora che “nel 2013 la Giarre parcheggi Srl impugnava i suddetti avvisi davanti la Commissione tributaria provinciale di Catania, successivamente accolti dalla stessa Commissione che condannava il Comune al risarcimento delle spese di giudizio.

“E il Comune, nel frattempo, – commenta Foti – restava immobile e silenzioso, non si costituiva in giudizio davanti la CTP e non proponeva appello avverso la sentenza”.

“Per questi motivi, e per non aver nemmeno provato ad attivare una negoziazione tra le parti, come peraltro suggerito dalla Commissione, volto appunto a rivedere le clausole della precedente convenzione, – conclude la Cinquestelle – crediamo che sia stato determinato un danno patrimoniale nei confronti del Comune di Giarre, ancora in essere, consistente nel mancato introito alle casse comunali dei pagamenti della Tarsu da parte della Giarre parcheggi, per tutti gli anni che vanno dal 2008 ad oggi”.

Il Movimento 5 Stelle chiede, quindi, l’intervento della Corte dei Conti: “verificare l’operato degli amministratori pro tempore – si legge nell’esposto – e avviare un’istruttoria volta ad accertare le eventuali responsabilità erariali. In caso di ritenuta sussistenza dei suddetti elementi, si fa istanza affinché venga promosso un giudizio contabile nei confronti dei ritenuti responsabili”.

“Chi ha sbagliato deve pagare direttamente, – in ultimo Foti – non è accettabile che i cittadini siano obbligati a pagare il massimo dell’aliquota mentre nel frattempo si rinuncia centinaia di migliaia di euro”.