- Si è conclusa l’ultima fase eruttiva dell’Etna dal cratere di sud est.
- La nota dell’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
- Si è risvegliato il cratere di nord est.
La notte scorsa c’è stato il sesto parossismo in poco più di una settimana. Ora, però, si è conclusa l’attività eruttiva dal cratere di sud est dell’Etna.
Ne ha dato notizia, in una nota, l’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV – OE).
Nel dettaglio, le colate di lava non sono più alimentate e i fronti della colata più lunga, nella valle del Bove, sono in raffreddamento. Invece, il flusso lavico diretto verso sud – ovest ha percorso soltanto poche centinaia di metri in sovrapposizione alle precedenti colate.
L’Osservatorio ha precisato: «persiste l’attività esplosiva nei restanti crateri, dove sporadicamente avvengono fenomeni esplosivi accompagnati da emissione di cenere, che si disperde rapidamente in atmosfera».
La fase di decremento dell’ampiezza media del tremore «è continuata fino a raggiungere valori medio-bassi nelle prime ore della giornata». È stato anche osservato «un moderato incremento verso valori medi dove tuttora permane».
La sorgente del tremore è stata localizzata nell’area dei crateri Bocca Nuova e Voragine, ad una profondità di circa 2.600 metri sopra il livello del mare.
Dalle prime ore del mattino, infine, anche l’attività infrasonica ha mostrato un moderato incremento sia nel numero che nell’energia degli eventi, che risultano localizzati al cratere di nord est.
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