Nino Pulvirenti e Stefano Rantuccio, rispettivamente Presidente e Amministratore delegato di “Wind Jet ” la compagnia aerea catanese low cost sono stati arrestati per bancarotta fraudolenta.
Ad eseguire l’ordinanza sono stati gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania. Per entrambi sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Nel’indagine della Finanza etnea, denominata ‘Icaro’, a luglio del 2015, sono indagate 14 persone per bancarotta fraudolenta per il dissesto di Wind jet, società ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro.
Gli investigatori avrebbero ricostruito le vicende societarie che hanno condotto all’aggravamento dello stato di dissesto della Wind Jet per oltre 160 milioni di euro ‘per effetto di operazioni dolose compiute a partire dal 2005’.
Le perdite, sostiene l’accusa, sarebbero state occultate nel bilancio al 31 dicembre del 2005 con un’artificiosa operazione di valorizzazione del marchio WJ consistita nella cessione – e retrocessione dopo pochi anni – del marchio Wind Jet in favore della Meridi per 10 milioni di euro.
Negli anni successivi le operazioni di fittizia sopravvalutazione di bilancio sarebbero proseguite e gli organi societari si sarebbero avvalsi del contributo di società estere che avrebbero predisposto perizie di stima ‘di comodo’ del magazzino e di beni strumentali di Wind Jet rappresentando valori sovrastimati per oltre 40 milioni di euro.
Wind Jet nasce a Catania nel 2003, per volontà di Pulvirenti imprenditore della grande distribuzione e ex presidente del Calcio Catania (coinvolto nell’inchiesta ‘I treni del goal’).
La compagnia era specializzata in rotte nazionali e internazionali soprattutto verso il Nord-Est dell’Europa.
Nel 2008, con quasi tre milioni di passeggeri la società catanese è la prima low cost italiana.
Poco dopo l’inizio dei problemi economici e finanziari: nel 2012 dopo il fallimento della trattativa con Alitalia Wind Jet sospende tutti i voli lasciando a terra più di 300 mila passeggeri.
Il 2013 è l’anno del concordato preventivo con i creditori che hanno votato per la ripresa dell’attività. L’accordo prevede la restituzione del 48% dei debiti ai creditori privilegiati e il 5% per tutti gli altri.
Oggi, dopo la bufera sulla società di calcio e l’inchiesta che ha portato all’arresto dei vertici del Cacio Catania per la presunta compravendita di partire, un nuovo guaio giudiziario per Nino Pulvirenti.
(nella foto Pulvirenti all’uscita dal Comando provinciale della Finanza)
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