È giorno di lutto cittadino a Catania che piange e dà l’ultimo saluto a Jenny Cantareo. La giovane mamma di 27 anni uccisa barbaramente con colpi di pistola dopo l’uscita dal panificio in cui lavorava tra le frazioni di Lineri e Montepalma a Misterbianco.

Una foto attaccata alla bara bianca per ricordare quella giovane vita spezzata in modo agghiacciante, inaspettato e ingiusto. La bara bianca è arrivata nella tarda mattinata nella chiesa della Sacra Famiglia in viale Mario Rapisardi per i funerali di Giovanna.

Il suo presunto assassino, Sebastiano Spampinato, 30 anni, è stato trovato morto ieri mattina, quasi certamente suicida, in un casolare abbandonato del Villaggio “Campo di mare” a Vaccarizzo.

Tanti i presenti

In tanti, tra familiari, amici o semplici conoscenti hanno voluto partecipare alle esequie per l’ultimo saluto a questa giovane donna che aveva 27 anni ed era mamma di una bambina. A dire addio all’ennesima vittima di un femminicidio.

Ghirlande di fiori e striscioni all’esterno della chiesa hanno fatto da contorno al dolore immenso dei familiari per una fine così truce. Il sindaco di Catania Salvo Pogliese ha proclamato per oggi il lutto cittadino.

La giustizia postuma non basta, serve prevenzione

“Attendiamo con fiducia gli esiti del lavoro degli inquirenti, ma non basta – spiegano dalla Uil Enza Meli e Serena Vitale – Ormai da troppo tempo sollecitiamo che non siano solamente magistratura e forze dell’ordine a tentare di estirpare la malapianta dell’odio che uccide le donne”.

“Attendiamo fatti concreti dalla politica, attendiamo ancora che Stato e Regione ci dicano quali misure sono state previste e attuate per consentire l’effettiva applicazione del Codice rosso e delle nuove norme contro la violenza di genere. Abbiamo sollecitato risposte già in occasione dell’assassinio di Vanessa Zappalà e Ada Rotini, lo facciamo adesso con ancora più forza”.

Rendere obbligatorie a scuola lezioni di rispetto della vita

Le due esponenti sindacali concludono ribadendo “come sia tempo che nelle scuole diventi obbligatoria per tutti l’ora di educazione al rispetto della vita, in modo da vaccinare i più giovani contro l’incultura della violenza di genere”.