Un esposto ai Carabinieri di Catania e, in seguito, anche alla Procura della Repubblica sull’introduzione di grano straniero non controllato nel circuito produttivo alimentare siciliano. E’ stato presentato ieri all’Arma e verrà formalizzato oggi alla Procura della Repubblica

La preoccupazione sul grano utilizzato in Sicilia cresce dopo la scoperta che, nonostante vari interventi negli ultimi mesi, il grano continua ad arrivare su grandi navi spesso senza controllo. Ciò perchè non esistono laboratori autorizzati al controllo di questo grano in Sicilia. Il timore è che il grano, soprattutto canadese, sia trattato con il glifosato.

“I Siciliani hanno diritto a consumare grano non nocivo, a dispetto delle convenienze e delle connivenze di chiunque – dice l’autore dell’esposto Salvo Fleres, coordinatore di Siciliani verso la Costituente– Nei nostri porti continuano ad arrivare carichi di grano in genere proveniente dal Canada, dove è noto che viene fatto maturare artificialmente, attraverso l’uso del glifosato. Non siamo noi a scoprire quanto ciò possa nuocere alla salute, dato che l’I.a.r.c, l’agenzia per la ricerca sul cancro dell’O.m.s. ha catalogato il glifosato tra le sostanze potenzialmente cancerogene”.

La preoccupazione cresce proprio per l’assenza di laboratori pubblici terzi che possano eseguire analisi sul grano “Stranamente, nessun ente pubblico in Sicilia è accreditato per l’analisi del grano, né l’Arpa, né le Università, né tanto meno l’Istituto regionale di Granicoltura, finanziato e controllato dalla Regione Siciliana, attraverso il competente assessorato”.

“La richiesta è quella di valutare eventuali violazioni delle norme penali a tutela della salute pubblica, nonché della trasparenza e tracciabilità delle merci – conclude Fleres – e di disporre il sequestro del prodotto, sia per eventuali accertamenti, che al fine di evitare che venga immesso nel mercato, miscelato al grano siciliano, assumendone tale denominazione, con inganno notevole e relativo pericolo per il consumatore”.

Intanto Confartigianato fa sapere dell’esito di un’altra battaglia, quella sui trasporti marittimi per gli autotrasportatori che nei giorni scorsi hanno protestato nei porti non solo siciliani contro il caro biglietti navali per i loro mezzi.

Dodici milioni di euro in più per il contributi marebonus che dovranno essere ribaltati al 100% dagli armatori agli autotrasportatori. È questa la rassicurazione che è arrivata dal vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giancarlo Cancelleri. Un successo per Confartigianato Trasporti nazionale e regionale, che lo scorso mese con i rispettivi presidenti, Amedeo Genedani e Salvatore Di Piazza, ha partecipato al tavolo di confronto al ministero, proprio nel momento in cui “padroncini” e piccole imprese avevano deciso di incrociare le braccia contro il caro navi, minacciando il blocco dei Tir.

La problematica è nata con l’aumento del costo del combustibile. Infatti, dal primo gennaio, secondo la direttiva comunitaria Imo2020, il combustibile utilizzato dalle navi deve possedere un tenore di zolfo bassissimo a beneficio di un minore impatto ambientale. Gli armatori hanno dovuto aumentare i loro investimenti e di conseguenza di un 20/30% i prezzi dei noli marittimi a chi si imbarca per effettuare trasporti da e per Italia, Sicilia, Sardegna e Malta.

Il viceministro Giancarlo Cancelleri, ha nuovamente incontrato, dopo l’ultimo appuntamento del 7 gennaio scorso, i rappresentanti degli autotrasportatori prospettando loro la soluzione individuata dal Governo per far fronte nell’immediato al rincaro dei noli marittimi. Un risultato importante per Confartigianato Trasporti, che se da un lato ha accettato questa ipotesi apprezzando l’impegno del viceministro, dall’altro ha ribadito con forza che per il futuro è necessario tornare ad incentivare le autostrade del mare prevedendo esclusivamente contributi diretti agli autotrasportatori, attraverso dei voucher, spendibili al momento della prenotazione degli imbarchi. “Perché la sfida dell’intermodalitá – dicono da Confartigianato Trasporti – si vince solo se si dà la possibilità all’autotrasportatore di scegliere la compagnia armatoriale più conveniente ed efficiente”.

Tra gli argomenti discussi ieri al tavolo, inoltre, anche i costi d’esercizio. Amedeo Genedani, presidente nazionale Confartigianato Trasporti, ha colto l’occasione per sottolineare l’impegno assunto nel protocollo d’intesa del 19 novembre dal ministro dei trasporti Paola De Micheli “per ripristinare le condizioni minime di regolarità e competitività per l’autotrasporto attraverso la ripubblicazione dei costi di esercizio, su cui i dirigenti del ministero dei Trasporti presenti all’incontro hanno confermato di aver definito una proposta che sarà presentata a breve”.

(nella foto un carico di grano bloccato nelle scorse settimane)

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