E’ stata firmata da oltre 53mila persone in 3 settimane una petizione lanciata da un cittadino su change.org a tutela della salute.
Perché si sa che la prevenzione e il benessere si perseguono innanzitutto a tavola.

Il testo della petizione, rivolta a al presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, al premier Giuseppe Conte, al ministro della Salute, Giulia Grillo e al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio è relativo al glifosato contenuto nel pane che mangiamo.

Il glifosato è il diserbante più venduto al mondo e adoperato in agricoltura. Il suo utilizzo è assai rischioso perché favorisce l’insorgenza dei tumori ed è un pericoloso interferente ormonale.

Come spiega la petizione: “È importante conoscere per il pane il paese di coltivazione del grano, rendendo obbligatoria per legge l’indicazione così come già avviene per la pasta.
Il consumatore ha il diritto di sapere se il grano proviene da paesi, come per esempio il Canada, in cui è consentito l’uso di glifosato, sostanza altamente nociva per la salute”.

Conoscere l’origine del grano con cui si fa il pane è essenziale per compiere le opportune scelte alimentari.
La petizione chiede una cosa molto semplice: un’etichetta obbligatoria, come per la pasta, che certifichi la provenienza del grano con cui è fatto il pane.

Il glifosato, l’erbicida più utilizzato, alla fine dell’autunno scorso è stato riautorizzato dall’Unione Europea per altri 5 anni, nonostante il voto contrario dell’Italia e di altre 8 nazioni (nel nostro Paese la coalizione #StopGlifosato raccoglie 45 importanti associazioni tra cui Slow Food, Associazione Culturale Pediatri e ISDE, Medici per l’Ambiente).