Venti minuti di volo. Tanti ne bastano dalla base di Sigonella per Sirte, in Libia, dove infiamma la battaglia contro lo Stato Islamico.

La struttura che si trova a pochi chilometri da Catania, da quando esiste, ha sempre avuto un ruolo strategico nelle grandi manovre d’intelligence nel Mediterraneo e adesso gli occhi del mondo sono puntati nuovamente sulla base.

Al momento il governo americano che ha già avviato i bombardamenti in Libia, ricevendo anche la legittimazione dall’Onu, non ha ancora richiesto formalmente l’impiego di Sigonella.

Va sottolineato, infatti, che secondo un recente accordo, gli Stati uniti devono avanzare una richiesta formale all’Italia, che dovrà dare la sua autorizzazione valutando “di caso in caso”.

Ad oggi, pare che tutte le operazioni contro l’Isis a Sirte siano decollate dalle portaerei e da altro siti americani in Giordania, così i reaper americani ospitati nella base etnea hanno ancora i motori spenti anche se sono armati e pronti al decollo.

Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, oggi riferirà alla Camera chiarendo il ruolo dell’Italia, ma già ieri Paolo Gentiloni, titolare della Farnesina ha fatto sapere che il nostro Paese può “a contribuire a ristabilire la pace e la sicurezza in Libia” ed il governo è pronto a “valutare” eventuali richieste di utilizzo di basi militari da parte di Washington.

Sigonella nasce durante la seconda guerra mondiale ed ancora oggi considerata la più grande struttura logistica del Mediterraneo.

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