C’erano i parenti e gli amici, semplici conoscenti e anche comuni cittadini che hanno sfidato il caldo per tributare l’ultimo saluto ad Adele Puglisi, la catanese morta, insieme ad altri 8 italiani, nella strage di Dacca.

La città di Catania si è stretta intorno alla famiglia di Adele, in una cattedrale completamente gremita e commossa per i funerali celebrati dal Vescovo di Catania, Monsignor Salvatore Gristina.

Presenti le autorità militari, il sindaco della città metropolitana di Catania, Enzo Bianco, e anche il sindaco di Santa Croce di Camerina Francesca Iurato.

Presenti, fra la folla commossa, anche un gruppo di cittadini del Bangladesh.

Prima della cerimonia il sindaco e il prefetto di Catania hanno conversato con i familiari di Adele Puglisi.

“Questo dolore ci interpella anche su quello che sta avvenendo a livello internazionale – ha detto l’Arcivescovo Salvatore Gristina durante l’omelia – creandoci grande preoccupazione a livello mondiale e anche più ridotto nella mostra Sicilia. Le domande riguardano questa ondata di violenza, di odio e di morte. Questa ondata che travolge vite innocenti, colpendo anche luoghi dove c’é già tanta sofferenza e grande dolore, ma questo non deve portarci dall’altro lato e superare quello che papà Francesco ha definito la globalizzazione dell’indifferenza, la cultura dello scambio”.

“Le guerre e le violenze non possono mai avere fondamento religioso, nel senso che non possono essere fatte per onorare il Signore, Dio non può, non può, essere onorato così! Vedere Dio non ci deve estraniare con gli altri”.

L’arcivescovo Gristina ha anche parlato dell’incontro che ieri ha avuto con il fratello di Adele Puglisi, Matteo.E’ stato quest’ultimo a descrivere il carattere e la sensibilità della sorella sempre vicina ai più deboli.

“Questo carattere profondamente umano – ha aggiunto Gristina – questo suo servizio anche in un contesto difficile, il suo stare assieme a tante persone alle quali non ha fatto mai mancare solidarietà e attenzione. Ecco, Adele ha incontrato Gesù in tanti volti e in tanti luoghi. Lo ha incontrato in un gesto di solidarietà realizzando anche momenti di bontà e carità”.

Il presule alla fine ha chiesto di pregare per “noi che restiamo nel cammino della vita e affinché questi ‘rifiuti’, queste culture e queste violenze che procurano tante lacrime possano essere superate”.

Alla fine della celebrazione religiosa hanno preso la parola due amiche ed ex compagne di classe di Adele Puglisi che hanno ricordato i momenti lieti della loro gioventù. “Adele amava i bambini che in Bangladesh spesso le donavano dei fiori per tutto quello che facev per loro”: hanno ricordato Antonella e Gabriella. In particolare, quest’ultima, ha letto una lettera dell’ArtSana, l’azienda in cui lavorava Adele Puglisi.

Alla fine il sindaco di Catania Enzo Bianco ha voluto sottolineare come la “forza dei giusti e l’esempio di Adele, trionfa su tutto e anche sulla mostruosità dell’Isis”.

Alle essequie in Cattedrale ha partecipato una folta delegazione della comunità catanese del Bangladesh. All’uscita del feretro dalla chiesa è stato mostrato un lungo striscione con la scritta: “un abbraccio alle famiglie dei nove martiri italiani”.

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