“Città piena di valori, di tradizioni, di civiltà, patrimonio del nostro amato Paese e non solo, ricca di storia dello sport” con “affetto, gratitudine per il passato e per il futuro”. Queste le parole scritte dal presidente del Coni Giovanni Malagò sul Libro d’Onore del comune di Catania, dopo aver incontrato il sindaco Enzo Bianco.
La città ringrazia e poi? Che Malagò abbia scritto a lungo sul libro d’onore, siamo tutti grati. Ma gli sportivi catenesi chiedono altro. Malagò insieme al sindaco, all’assessore Scialfa, al presidente regionale D’Antoni e al presidente della federugby Orazio Aranzio, ha parlato dello sviluppo delle attività sportive a Catania.
Ecco. Questo si che è un punto interessante. Siamo certi che Bianco, ma anche D’Antoni e Arancio avranno spiegato a Malagò che a Catania, come del resto in tutta la Sicilia, lo sport sta morendo, affogato dalle difficoltà economiche.
Certamente gli avranno anche delineato la situazione degli impianti: pochi, vetusti, fatiscenti e, non di rado, chiusi per inagibilità. In particolare, siamo sicuri, Orazio Arancio avrà parlato con Malagò delle condizioni in cui versa il “Benito Paolone”, lo storico impianto catanese di rugby, per non parlare del Paolone 2, a fianco, inutilizzabile.
L’assessore Scialfa, non c’è dubbio, avrà parlato a Malagò del PalaGalermo, vandalizzato e ancora chiuso o delle condizioni precarie della piscina di Nesima o ancora del destino del PalaNesima, rifugio per attività illecite, o del malandato Campo Scuola.
Malagò sarà certamente stato aggiornato su questi temi e, forse, oltre alla gratitudine, nel libro d’onore, avrebbe dovuto lasciare una promessa per provare, o almeno tentare, di salvare lo sport catanese.
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