Anche se il settore della somministrazione, ancora costretto a una chiusura forzata, è in pieno dissenso con il governo centrale per le risposte disattese, i ristoranti, i bar e gli stabilimenti balneari aderenti alla FIPE-Confcommercio di Catania continuano il loro impegno sociale e non si fermano neanche per il primo maggio.

“Vogliamo che tutto torni al più presto alla normalità -. dichiara il presidente regionale della FIPE Dario Pistorio – Nel frattempo, la nostra associazione, in collaborazione con le imprese del settore ristorazione e grande distribuzione, chef e pizzaioli, lancia un’altra iniziativa solidale: preparare schiacciate e dolci, che verranno consegnate insieme alle bibite, a diverse parrocchie cittadine che provvederanno a dividerle alle famiglie con più criticità”.

Anche stavolta le maggiori istituzioni affiancano le associazioni datoriali per un lavoro di squadra utile alla cittadinanza in un momento particolarmente difficile.

“Abbiamo voluto accanto la Protezione civile per organizzare la distribuzione – dice Giovanni Trimboli, presidente della sezione ristoranti di FIPE-Confcommercio – e ringraziamo il sindaco Salvo Pogliese che ha fatto da tramite con le parrocchie dei quartieri più difficili. Ancora una volta riusciremo a dare un segnale di normalità e vicinanza a 300 famiglie. Sotto il segno della solidarietà – conclude Giovanni Trimboli – la nostra associazione si sta riscoprendo più coesa e motivata. Non solo nelle battaglie per rivendicare il nostro diritto a tornare al lavoro in questo momento ma anche nel dovere che abbiamo nei confronti della collettività”.

Primo maggio solidale per i lavoratori della ristorazione anche a Palermo. Le cucine di alcuni ristoranti del centro storico riapriranno per preparare 2mila pasti per le famiglie bisognose. E’ l’iniziativa che hanno ribattezzato “sciopero alla rovescia”.
Giorno 1 maggio è la festa dei lavoratori e mentre al nord riaprono fabbriche, i motori principali dell’economia del meridione, il turismo e la ristorazione, restano nella grande incertezza rispetto alle modalità ed alle forme di sostegno che gli permetteranno di tornare al lavoro.

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