“La teoria degli austriaci è che l’uomo crea il fenomeno economico, perché è ignorante”. 

Ciò ha spiegato Lorenzo Infantino, professore ordinario di Filosofia delle Scienze Sociali della Luiss e ospite di eccezione all’Università di Catania, dipartimento di Economia e Impresa, durante il seminario ‘Perché il sud non cresce’, ideato grazie al grande evento della nuova traduzione dello scritto “L’azione umana” di Ludwig von Mises, economista della prima metà del novecento e esponente della Scuola Austriaca di Economia.

E’ stato Maurizio Caserta a introdurre i lavori e Infantino a parlare della Scuola Austriaca, a partire da quando il funzionario imperiale a Vienna Carl Menger, si occupò di prezzi e fondò la Scuola Marginalista di Economia, per poi spiegare il perché la Sicilia e il Sud non si sviluppano.

Il noto professore della Luiss, di origine calabrese, ha sottolineato agli studenti rapiti dall’interessante lezione come “chiunque voglia fare impresa o voglia acquistare qualcosa non ha tutte le informazioni del Mondo, ma molto poche. Il mercato quindi non è un’istituzione, ma quello ‘strumento’ creato dall’interazione di tutti e l’uomo compie uno sforzo costante per aumentare le proprie informazioni, così da essere competitor  ed esponente migliore di ricchezza e benessere”.

Tutto ciò fa comprendere come non sia possibile avere informazioni migliori grazie alla PA, poiché nessuno, politici compresi, possiede migliori informazioni sul mercato.

“La crisi del Meridione – spiega Infantino – secondo la logica dell’Azione Umana di Mises, sta nell’illusione che i pochi uomini che fanno politica e che conoscono le regole del consenso, ma non quelle dell’economia o del diritto e, dunque, i fini di ognuno di noi, possano saperne di più”.

Dunque ciò che è chiaramente emerso dall’incontro a cui hanno partecipato anche il Movimento Elettori e Consumatori, il Centro Studi ConsumerInst e la Fondazione Hayek è che la politica dovrebbe produrre leggi generali e imparziali ed astratte, mentre, specie nel meridione, producono leggine ad hoc che non sono rivolte a stabilire cosa si può o non si può fare, ma sono provvedimenti di clientela offerti ai soggetti che danneggiano la collettività che, in tal modo, assume “inuguaglianza davanti alla legge”.

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