Un quadro corruttivo consolidato e alimentato da uno spregiudicato scambio di favori attraverso il quale gli indagati pubblici ufficiali, precedenti titolari di cariche istituzionali pubbliche e imprenditori, “non hanno esitato a sancire accordi sacrificando i rilevanti interessi collettivi in gioco”.

E’ quanto ritengono di avere scoperti gli investigatori che accusano nove persone di corruzione nell’ambito delle attività dell’ispettorato del lavoro di Catania.

Si tratta del direttore e della rappresentante legale dell’ispettorato ovvero Domenico Tito Amich 65 anni e Maria Rosa Trovato 60 anni che adesso si trovano agli arresti domiciliari insieme ai due politici del gruppo ovvero Maro Lucio Forzese, 55 anni ex deputato regionale delle ultime due legislature e Antonio Nicotra 59 anni ex Consigliere Comunale di Catania.

“Forzese – sostengono gli investigatori – prese un fascicolo sanzionatorio dall’ispettorato e lo consegnò a un imprenditore che lo fece sparire per non pagare. Il fascicolo è stato trovato oggi a casa dell’imprenditore. Forzese in cambio ottenne voti per le regionali 2017”.

Misura interdittiva dell’attività piubblica è stata comminata, invece, agli altri cinque indagati. Si tratta del direttore sanitario dell’Asp di Catania Francesco Luca, 62 anni; di Ignazio Maugeri, 31 anni, legale rappresente dell’impresa Inaip; Giovanni Patti commercialista di 48 anni titolare di uno studio commerciale a Giarre; Orazio Emmanuele, 54 anni rappresentante legale di società titolari di stabilimenti balneari e di orto-colture vivaistiche; Salvatore Calderaro, 37 anni gestore di una tabaccheria.