Cosa emerge dalle ultime fiction tv? La Sicilia è soltanto “coppole e lupara”? Da La Piovra a Squadra antimafia, sembra sia emersa e affermata un’immagine di una Sicilia antica, arretrata, legata al fenomeno endemico della mafia, spesso, oltretutto, costruito con tratti piuttosto folkloristici.

Affronta questa tematica con l’obiettivo di creare consapevolezza il saggio “La Mafia e i suoi stereotipi televisivi”, a firma del giovane giornalista Cirino Cristaldi ed edito da Bonfirraro, che nasce come un’inchiesta al luminol sulle produzioni video ambientati in Sicilia.

Il libro verrà presentato domani, venerdì 20 maggio alle 19 a Catania, nella  Sala Assostampa E7 delle Ciminiere.

A corroborarne le tesi, che vogliono denunciare e abbattere quel parallelismo Mafia = Sicilia che si realizza nell’iconografia di una Sicilia che paga ancora lo scotto di alcuni retaggi culturali, il regista Elio Sofia, giovane pluripremiato per la sua opera prima “L’ultimo metro di pellicola”, il giornalista Daniele Lo Porto, segretario Assostampa Catania, e l’editore Salvo Bonfirraro che ha voluto fortemente questo libro per contribuire a riaffermare una differente identità legata all’altra faccia di un’Isola bellissima per troppo tempo violentata e maltrattata.

Esposto al Salone del Libro di Torino, il volume, che si pregia del saggio introduttivo del docente dell’Università di Catania Maurizio Zignale, ha riscosso un notevole successo da parte dei molti lettori che si sono avvicinati a una prosa semplice e scorrevole. Il saggio pretende di analizzare metro dopo metro alcune pellicole in cui emerge l’immagine di un’isola “mafiosa” e vendicativa, difficilmente sradicabile dall’immaginario collettivo, arrivando a provare quanto dannosi siano stati fiction, film e serie tv per l’immagine dell’isola, immolata sull’altare dell’audience.

Un libro interessante, multimediale e interdisciplinare che induce alla riflessione sul linguaggio utilizzato dai media e dalle grandi case di produzioni televisive che spesso prediligono il cache flow rispetto a una scelta realistica, di una regione, su cui gravano sì delle forti problematiche sociali ed economiche, ma dalla quale si alza forte il grido di comunicare piuttosto i suoi valori, celebrandone bellezze, cultura e uomini coraggiosi. Perché forse l’etichetta di “mafioso” sta cominciando a diventare davvero troppo stretta a tutti, anche ai siciliani onesti.