Venti anni anni di reclusione ciascuno per omicidio volontario. La Corte d’assise d’appello di Catania, accogliendo la richiesta del Pg Angelo Busacca, ha confermato la sentenza di primo grado, emessa il 12 ottobre del 2016, dal Gup di Catania, Giovanni Cariolo nel processo per la ‘strage di ferragosto’ a tre degli otto presunti componenti l’equipaggio del barcone, con a bordo 313 migranti e i corpi di altri 49 extracomunitari, soccorso nel Canale di Sicilia nell’estate del 2015 dalla nave militare Cigala Fulgosi.
Arrivarono tutti a Catania il 17 agosto a bordo della nave norvegese Siem Pilot.
Gli imputati, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio, sono il libico Mohamed Assayd, 19 anni,
oltre al marocchino Mustapha Saaid e al tunisino Mohamed Ali Chouchane, quest’ultimo accusato di essere il comandante,
entrambi di 24 anni.
I tre, assistiti dagli avvocati Francesco Giammona, Fabio Presenti e Massimo Ferrante, hanno continuato a dichiararsi innocenti.
Altri cinque presunti componenti l’equipaggio sono a processo con rito ordinario. In primo grado due libici, libici Alla F. Hamad Abdelkarim, di 23 anni, e Abd Arahman Abd Al Monsiff, di 21, sono stati condannati a 30 anni di reclusione, mentre altri tre presunti scafisti sono stati condannati a 20 anni di reclusione.
Gli otto erano stati fermati dopo indagini della polizia di Stato, della squadra mobile della Questura, della guardia di
finanza e del Gico delle Fiamme gialle.
L’inchiesta della Procura distrettuale di Catania ha collegato il decesso dei 49 uomini con l’assenza di aria all’interno dell’angusta stiva del peschereccio. Secondo l’accusa gli otto avrebbero “colpito con calci, pugni e l’utilizzo di cinghie ferrate” i migranti nella stiva, “bloccando con i loro corpi i boccaporti che avrebbero consentito il passaggio al ponte superiore” dei viaggiatori “causando cosi’ la morte per mancanza di ossigeno” di 49 persone.
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