Tornano a farsi sentire gli operatori delle imprese spurgo, sopraffatti dall’emergenza per una situazione a dir poco imbarazzante che, da quando è stata denunciata, ormai più di una settimana fa, non ha trovato soluzioni.
La conferenza stampa indetta stamattina dal portavoce degli autotrasportatori aderenti a Confcommercio, Giovanni Rinzivillo, è stata l’occasione per fornire dati allarmanti: 500 interventi inevasi, circa 70 dipendenti che rischiano di perdere il posto, 19 aziende in ginocchio per un rimpallo di responsabilità.
E così sarà fermo, una composta protesta fissata per il 12 febbraio e che si protrarrà per alcuni giorni, per richiamare ancora una volta l’attenzione delle istituzioni e spronarle a trovare una soluzione. E in tempi rapidi. Come spiega Giovanni Rinzivillo: “La sospensione dell’attività è necessaria per far capire che siamo in emergenza sanitaria. Dopo le risposte poco confortanti da parte della Sidra, facciamo fortemente appello al presidente della Regione, al Sindaco di Catania e al Prefetto. Comprendiamo le ragioni della Sidra perché anche loro sono nelle nostre stesse condizioni, in quanto a loro volta non possono conferire i fanghi della depurazione nei centri di compostaggio”.
Nell’immediato, abbiamo richiesto un incontro col Prefetto per fare il punto della situazione.
Lo sfogo degli imprenditori: “Stiamo vivendo malissimo questa situazione – afferma la signora Santa Leonardi, una delle 19 imprese coinvolte – siamo molto preoccupati perché con il contingentamento impostoci si ferma tutto il sistema aziendale. Siamo stati costretti a mettere in ferie forzate i nostri dipendenti perché non avendo interventi non incassiamo e non possiamo sostenere i costi aziendali. Alle chiamate degli utenti – conclude – rispondiamo che siamo impossibilitati ad intervenire perché non abbiamo disponibilità di conferimento di mc presso l’impianto di depurazione”.
Si imporrà comunque, ad emergenza superata, che la Regione Sicilia si attivi, così come fatto in Lombardia, con un testo di legge che ha risolto definitivamente il problema.
“E’ auspicabile – sottolinea inoltre Rinzivillo – che l’utenza si abitui a fare una manutenzione ordinaria degli impianti, almeno una volta l’anno, e non chiamare le imprese spurgo solo quando c’è la necessità. Questa pratica corretta evita gli interventi in emergenza e dà alle imprese la possibilità di programmare meglio gli interventi”.
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