I giovani al servizio degli ultimi. E’ il progetto di educazione e promozione culturale “L’educazione è cosa del cuore”, promosso e organizzato dalla Caritas di Caltagirone, con l’obiettivo di riproporre in Diocesi, ai giovani tra i 18 e 29 anni, l’esperienza dell’anno di servizio civile. 

Caritas Diocesana e Caritas Italiana, in questi ultimi anni, hanno investito molto con la progettazione del Servizio Civile Nazionale, oltre che sul Fondo Nazionale per il Servizio Civile, su Fondi messi a disposizione dall’Unione Europea con il programma Garanzia Giovani e relativamente alla misura Servizio Civile, cogliendone gli aspetti positivi e puntando ad una visione che coniugasse una pastorale della carità con una pastorale giovanile  insieme ad una pastorale legata ai problemi sociali e del lavoro.

Sin dagli anni 2001/2002 dopo l’istituzione del servizio civile nazionale volontario, la Chiesa ha colto la bellezza e l’aspetto educativo dell’esperienza, arrivando successivamente a parlare di servizio civile negli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana per il decennio 2010-2020 dal titolo “Educare alla vita buona del Vangelo”.

“Nel 2003, l’8 marzo, Giovanni Paolo II – spiega don Luciano Di Silvestro, direttore della Caritas diocesana – incontrando alcune migliaia di giovani in servizio civile aveva qualificato il servizio civile come “segno dei tempi”. L’espressione “segno dei tempi” è una chiave di lettura critica, di discernimento del servizio civile oggi, per diversi motivi: un servizio civile che abbia la capacità profetica di segnare la cultura, la politica, la città con la forza e l’originalità dei giovani; un servizio civile che guardi agli ultimi, come ai primi, quale strumento di inclusione sociale dei giovani con i giovani, come luogo di educazione alla legalità; un servizio civile che dia competenze nuove, diffuse in termini di cittadinanza, pari opportunità, mediazione dei conflitti, rifiuto della violenza, formazione attiva”.

Anche la Caritas Diocesana di Caltagirone, contemporaneamente alla presenza degli obbiettori di coscienza,  alla fine del 2002 avviava il suo primo progetto di servizio civile, prima esperienza in assoluto in diocesi. Da quel momento molti sono stati i giovani che hanno impegnato bene un anno del loro tempo in iniziative progettuali di assistenza ed educazione.

“La Caritas Diocesana – spiega Luigi Bizzini, responsabile diocesano accreditato dei progetti di Servizio civile in Caritas – promuove, su una zona periferica che ricade nel territorio della Parrocchia San Giovanni Bosco di Caltagirone, un progetto di educazione e promozione culturale, i cui destinatari sono i minori, attraverso 6 ragazze che svolgeranno il loro servizio civile per la durata di un anno. Il servizio civile per la Caritas si propone come uno strumento significativo di educazione alla cittadinanza attiva e di  promozione di un nuovo modello di difesa del paese fondato non sulle armi ma sulla solidarietà e la nonviolenza. Il nostro ‘sogno’ è quello di un servizio civile più libero, più popolare: autentica scuola di cittadinanza”.

 

 

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