Non si chiama esplicitamente Salva Catania ma la misura contenuta nella Legge di Bilancio all’articolo 80, dedicato al “sostegno finanziario per enti al termine della procedura di dissesto finanziario”, potrebbe bloccare il rischio di un nuovo default per il comune etneo, proprio come già accadde nel 2019 con il DL ‘Crescita’.
Aumento delle entrate fiscali
Infatti, nella Manovra – che è disponibile integralmente qui, in pdf – si legge che “i comuni di cui al comma 1 hanno facoltà di istituire, con apposite delibere del Consiglio comunale, un incremento dell’addizionale comunale all’IRPEF, in deroga al limite previsto dall’articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 28 settembre 1998, n. 360, non superiore a 0,4 punti percentuali, e un’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale per passeggero non superiore a 3 euro per passeggero”.
Questo passaggio è importante per un Comune che rischia il default perché gli consente di aumentare le proprie entrate fiscali, in deroga ai limiti previsti dalla legge.
Nel dettaglio, l’addizionale comunale all’IRPEF è un’imposta locale che viene applicata all’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) dovuta dai residenti nel Comune. L’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale è, invece, un’imposta locale che viene applicata ai passeggeri che imbarcano su navi o aeromobili in partenza da un porto o aeroporto situato nel Comune.
In particolare, per quanto concerne il ticket da 3 euro per i viaggiatori in arrivo e partenza via aereo e mare, può essere imposto dai Comuni che sono in via d’uscita dal default e le somme ricavate possono essere utilizzate per il ripiano del dissesto.
Invece, per quanto riguarda la tassa di soggiorno, sempre l’articolo 82 prevede la possibilità di aumentare la tassa di soggiorno per i turisti fino a due euro a notte. Ad esempio, i comuni potranno usare questo extra gettito per coprire i costi per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, alcune città d’arte potranno sforare il limite massimo dei 10 euro, come Roma Capitale e il Comune di Venezia.
L’aumento di queste imposte, quindi, può consentire al Comune di aumentare le proprie entrate fiscali e, pertanto, di ridurre il proprio disavanzo.
La definizione transattiva del credito
Poi, c’è anche un altro passaggio che potrebbe essere significativo per Catania così da attaccare l’entità del proprio debito, ovvero circa 250 milioni di euro: “I Comuni, di cui al comma 1, che si trovino a dover soddisfare debiti provenienti dal dissesto a causa dell’insufficienza della massa attiva, possono proporre ai singoli creditori la definizione transattiva del credito secondo le modalità previste dall’articolo 1, comma 575 della legge 30 dicembre 2021, n. 234. Ai medesimi Enti è riconosciuta, altresì, la facoltà di ricorrere ad un piano decennale di rateizzazione dei debiti per i quali i creditori non hanno accettato la transazione proposta dalla Commissione (OSL). La rinuncia da parte dei creditori agli interessi dà diritto a essere soddisfatti entro il primo biennio”.
In poche parole, il Comune di Catania, in accordo con i propri creditori, potrebbe proporre una soluzione concordata per la definizione del debito. La definizione transattiva del credito, infatti, è un accordo tra il debitore e il creditore, che prevede la rinuncia di quest’ultimo a parte o a tutto il proprio credito, in cambio di una somma di denaro o di una controprestazione diversa.
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