Il clima è teso a Catania. Lo si capisce girando per piazza Duomo e affacciandosi nella corte di Palazzo degli Elefanti. I primi suoni delle festività agatine servono a smorzare la tensione, ma i capannelli sotto U liotru o davanti il Municipio oltre ad auspicare – come sempre – la migliore edizione della Festa alla fine virano sul caso della richiesta di rinvio a giudizio dell’ex assessore al Bilancio, sulle intercettazioni pubblicate da vari quotidiani e sulle reazioni da parte della politica. A più riprese si è parlato di questione etica e morale.

Del caso se n’è parlato solo alcuni giorni fa in Consiglio, ma l’opposizione dentro e fuori il Palazzo ha contestato il ‘silenzio’ del sindaco. Lo ha fatto. ad esempio, l’ex primo cittadino Raffaele Stancanelli, che di rado si è imbattuto sulle vicende di Catania da quando non è più al timone della città e la vicenda è stata affrontata di petto anche da Nello Musumeci, presidente della commissione antimafia all’Ars.

“Da Bianco – ha detto Musumeci, premettendo di essere estraneo, per formazione politica e cultura civica, ad ogni forma di sciacallaggio – i catanesi si aspettano nelle prossime ore una coraggiosa, virile assunzione di responsabilità politica e parole rassicuranti. Il suo inquietante silenzio (e quello dei soliti moralizzatori a giorni alterni) crea incertezza e smarrimento in una città dove la politica ha lasciato alla magistratura il compito di dare certezze e alla Chiesa quello di alimentare speranze. L’unica notizia buona è che la signora prefetto è stata destinata ad altra sede. Della sua lunga permanenza nella nostra città credo non saranno in tanti ad averne nostalgia”.

Bianco ha rotto il silenzio attraverso un video ed un comunicato fatto girare poco prima dell’accensione della lampada votiva di Palazzo degli Elefanti che di fatto dà il via ai festeggiamenti di Sant’Agata.

Ripercorrendo alcuni passi della sua amministrazione, il sindaco – pur non citandolo – risponde a Musumeci: “Mi sorprende che qualche esponente politico regionale non si sia accorto che su questi argomenti abbiamo sempre preso posizione e abbia parlato di silenzio dell’Amministrazione quando invece esistono numerosi comunicati ufficiali del Comune”.

Bianco poi parla di alcune indiscrezioni diffuse in questi giorni dalla stampa: “Mi sorprende che qualcuno vada a mettere in giro registrazioni di telefonate su vicende che, in un’intervista pubblicata sul principale quotidiano della città, il 4 dicembre scorso, ero stato io stesso a denunciare chiaramente”.

“Se qualcuno pensa di esercitare su di me una qualsiasi forma di intimidazione, – va avanti il sindaco – anche per le azioni intraprese come sindaco della città metropolitana, ha sbagliato indirizzo e perde il suo tempo. Sta parlando con una persona che per la sua storia personale e per le responsabilità che ha ed ha avuto può insegnare questa materia a chiunque”.

Bianco infine parla in prima persona del caso Girlando e soprattutto delle sue dimissioni che, secondo alcuni, sarebbero arrivate in concomitanza con la richiesta di rinvio a giudizio: “L’avvocato Giuseppe Girlando che alcuni mesi fa, completato il progetto di risanamento a cui aveva lavorato, si è dimesso dall’amministrazione comunale. Egli è sotto indagine per una vicenda delicata e seria. Naturalmente io ho il massimo rispetto nei confronti della Magistratura che espleterà le sue indagini e le sue decisioni che noi rispetteremo come sempre. Posso dire soltanto che nel suo comportamento, qui, nel Comune di Catania, nella sua storia personale, nessuno ha mai messo in dubbio l’onesta e la correttezza dell’avvocato Girlando. E infatti nella sua vicenda non si parla di tangenti o di comportamenti di questo tipo. Se ci sono stati degli errori spetterà alla Magistratura stabilirli. Io spero e auspico che la vicenda possa concludersi presto”.

Catania va incontro ai suoi giorni più importanti: la festa di Sant’Agata che potrebbe riuscire a mitigare l’atmosfera pesante che ricopre la città oppure, come spesso accade, amplificarne i toni.