Qualcuno l’ha già ribattezzato ‘disservizio pubblico’. L’Amt di Catania naviga in cattive acque e ad essere penalizzati sono soprattutto gli utenti. Delle circa 200 vetture che dovrebbero circolare nelle strade catanesi, solo 60 sono utilizzate effettivamente. Addirittura meno del 50%.
Risultato? Ritardi sempre più grandi e lamentele degli utenti che aumentano vertiginosamente, non di rado nei confronti degli autisti delle vetture che, in realtà, sono anch’essi delle vittime di un sistema che non funziona.
Negli ultimi giorni le attese hanno superato il limite della sopportazione: oltre un’ora per le linee normali e, in alcuni casi, anche per il Brt che nasce per garantire un servizio veloce ed efficiente. A pagarne le spese, come detto, sono gli utenti: anziani, studenti e lavoratori fuori sede, ovvero i principali utilizzatori del servizio pubblico.
Il problema non è da sottovalutare e la questione è diventata politica. A intervenire il parlamentare europeo di Forza Italia, Salvo Pogliese:“Il trasporto pubblico nella Catania di Bianco – dichiara Pogliese – di fatto non esiste più: anche nella giornata di ieri erano pochissimi i mezzi dell’Amt in circolazione, mentre i tempi di attesa alle fermate sono degni di una città del terzo mondo. E’ questo il concetto di mobilità di Bianco e dei suoi: una costosissima e pericolosa pista ciclabile nel deserto dei mezzi pubblici”.
Inevitabile il riferimento all’installazione della nuova pista ciclabile:“La grave situazione dell’Amt – continua l’europarlamentare catanese – oltre a paralizzare il traffico cittadino, già ampiamente penalizzato da cervellotici interventi come l’abbattimento del ponte del Tondo Gioeni o la pista ciclabile ‘abbatti-motociclisti’ del lungomare, rischia di essere pagata dai lavoratori dell’azienda trasporti con lo spettro di licenziamenti e messa in cassa integrazione”
A focalizzare l’attenzione sui problemi degli studenti è Erio Buceti, consigliere della IV Municipalità:“I ragazzi che ogni mattina arrivano alla stazione di Catania o in piazza Borsellino, provenienti dai paesi dell’hinterland etneo – sostiene Buceti – cominciano un calvario anche lungo quasi mezza giornata per raggiungere la proprio facoltà.
“Per via dei pochissimi mezzi in circolazione – continua il consigliere – appena un autobus si ferma comincia una “lotta” per trovare un posto libero, sia in piedi che seduti, che ha il solo effetto di riempire il mezzo fino all’inverosimile.
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