Due dei tre sindaci metropolitani, Leoluca Orlando ed Enzo Bianco, rispettivamente primi cittadini di Palermo e Catania, intervengono dopo il voto dell’Ars che ieri ha ripristinato l’elezione diretta dei sindaci e dei presidenti degli enti di area vasta, le ex Province. Parere diversi che bocciano comunque la decisione di Sala d’Ercole.

Secondo Orlando “quella che si appresta finalmente a finire è la peggiore legislatura della storia siciliana repubblicana. Una ulteriore conferma di quanto sia urgente e necessaria la discontinuità non soltanto col Governo ma anche col modo di fare politica rappresentato da questa Assemblea Regionale”.

Il primo cittadino di Palermo sostiene che “quando finalmente si è arrivati ad un punto di certezza normativa e mentre in tutta Italia gli enti intermedi sono spariti da tre anni, in Sicilia ci apprestiamo a farli risorgere, ricreando quella situazione di incertezza che negli anni ha portato gravi danni, per citare i più clamorosi, al sistema dei servizi sociali, dell’istruzione e della viabilità.

“Non oso immaginare – conclude – cosa avverrà nelle ultime settimane di questa triste legislatura, quando ancora una volta il nobile strumento dell’Autonomia, che fu pensata e voluta per creare sviluppo, sarà violentato per fini elettorali e per tentare di tutelare vergognosi privilegi.”

Anche Enzo Bianco è critico: “Stento a comprendere quale sia il senso delle norme adottate ieri”.  Il sindaco di Catania parla di “ricerca affannosa di profili che abbiano illegittimità costituzionale” e ricorda che “il precedente tentativo di riforma possedeva, anche allora, chiari profili di incostituzionalità e il Governo impugnó l’atto. Oggi questa nuova legge è persino peggiore: le norme palesemente illegittime e confuse sono aumentate”.

Secondo Bianco “questo atto non potrà avere alcuna attuazione grazie all’impugnativa del Governo che anche i capigruppo all’Ars intervenuti ieri danno per certa” e loda il comportamento del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che “ha opportunamente evitato di partecipare al voto, con un’assenza che dice molto sul giudizio relativo a questa pasticciata riforma”.

“Sono certo – conclude – che una legge simile non passerà, non è la prima volta che si verifica questo avanti e indietro. Purtroppo siamo di fronte ad un’inutile perdita di tempo e ad una inutile confusione che getta discredito sulle istituzioni dando alla gente la netta sensazione che si voglia riaprire una nuova stagione di caccia alle poltrone ed alle indennità”.

La riforma Delrio adottata anche in Sicilia fa automaticamente sindaci metropolitani, i primi cittadini di Messina, Palermo e Catania.

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