“Ci vuole la pena di morte per chi uccide: un delinquente toglie la vita e poi vive tranquillo, mantenuto per anni in carcere. Non è giusto. Ed è colpa della politica”. Così Beniamino Formica, tra le lacrime, parla dell’uccisione della sorella, Patrizia, accoltellata dal convivente della donna, Salvatore Pirronello, di 53.
“Lui non era l’uomo giusto per lei – aggiunge – io glielo avevo detto a mia sorella, ma lui ha minacciato me, la mia famiglia e i miei figli e io mi sono fatto da parte. Mia sorella ha presentato denuncia contro di me per salvare questo demonio, il suo assassino”.
Alcuni familiari di Patrizia Formica hanno espresso con i giornalisti il loro “grande dolore” per quello, hanno detto, “che è successo”, ma anche “per quello che lei ha vissuto e per tutto ciò che lei avrebbe voluto”. “Non ha avuto il tempo – hanno sottolineato – di potere riprendere la propria vita nelle mani ed essere felice come avrebbe desiderato e meritato”.
Intanto i vicini di casa parlano di “una coppia apparentemente tranquilla, educata e senza che abbia mai creato problemi”, sottolineando che “non era trapelato alcun segnale premonitore della tragedia”. Nessuno li ha mai sentiti litigare, neppure ieri. Abitavano nel palazzo da pochi mesi, in una casa presa in affitto.
Lui usciva regolarmente ogni mattina per andare a lavorare in una impresa nella zona industriale di Caltagirone. Lei rimaneva a casa, dopo avere chiuso un negozio per la vendita di biancheria intima. “Sono sempre stati cortesi. Una vicenda assurda, incredibile. Per quello che si era visto imprevedibile”.
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