Nell’ambito dell’attività di contrasto e prevenzione della criminalità, organizzata di tipo mafioso e comune, messa in atto dalla Questura di Catania, nelle ultime settimane è stata data esecuzione a 12 misure di prevenzione della Sorveglianza Speciale della pubblica sicurezza con Obbligo di Soggiorno nel comune di residenza, emesse dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione e richieste dal Questore di Catania Mario Della Cioppa, nella sua veste di Autorità di pubblica sicurezza.

Sette sono state irrogate nei confronti di soggetti appartenenti ai clan mafiosi “Cappello”, “Laudani”, “Sciuto-Tigna”: tra esse, sei sono state emesse a seguito di rivalutazione dell’attualità della pericolosità sociale, come disposto dall’art. 14 co.2 ter del D.L. n. 159/2011 in quanto gli interessati erano già destinatari di un provvedimento di Sorveglianza Speciale che non era stata eseguita poiché gli stessi erano detenuti per più di due anni; una è stata emessa a seguito di nuova proposta.

Al riguardo, va evidenziato che una delle suddette Misure di Prevenzione, nello specifico della durata di 5 anni e con l’Obbligo di Soggiorno nel comune di residenza, era stata emessa il 10.7.2020 nei confronti di D’Alessandro Luciano, classe 1972, rimasto ucciso nella recente sparatoria dello scorso 8 agosto.

Cinque misure sono state irrogate nei confronti di soggetti appartenenti alla criminalità comune: quattro sono state emesse a seguito di rivalutazione dell’attualità della pericolosità sociale ed una a seguito di nuova proposta.

I soggetti destinatari si sono resi responsabili di reati inerenti lo spaccio di sostanze stupefacenti (specie nel quartiere San Cristoforo), di reati inerenti atti persecutori contro ex conviventi, di reati contro le Forze dell’Ordine (violenza, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale), e di rapine nei confronti di privati cittadini.

Una proposta avanzata dal Questore Della Cioppa, che ha poi portato alle misure di prevenzione eseguite, ha interessato, in particolare, soggetti responsabili di associazione per delinquere finalizzata ai furti in appartamento.

Le relative indagini, infatti, avevano dimostrato che, attraverso disturbatori di frequenza, i malviventi inibivano la regolare chiusura delle autovetture che venivano posteggiate; durante la sosta le auto venivano aperte e venivano fotografate le chiavi di casa e le carte di circolazione eventualmente lasciate all’interno dei veicoli.

Successivamente, duplicando le chiavi per avere facile accesso nelle abitazioni individuate attraverso gli indirizzi riportati sulle carte di circolazione, i malfattori compivano le loro razzie. L’attività investigativa ha consentito di rinvenire e sequestrare numerosi arnesi atti allo scasso, strumenti tecnologici e informatici, preziosi e monili d’oro e la somma in contante di 116.728 euro, suddivisa in banconote di vario taglio.

La Sorveglianza Speciale comporta un controllo più inciso delle forze dell’ordine ai destinatari, ritenuti socialmente pericolosi ai quali l’autorità giudiziaria impone una serie di prescrizioni quali: una stabile occupazione, di non uscire da casa e rientrarvi entro un certo orario, di non frequentare pubbliche riunioni o locali pubblici, di non associarsi ad altri pregiudicati e, nel caso specifico, poiché la misura è aggravata dall’Obbligo di Soggiorno, anche l’ulteriore prescrizione di non allontanarsi dal comune di residenza.

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