I rifiuti della mafia nel parco dell’Etna. E’ uno degli aspetti emersi nell’ambito della confisca dei beni per 3 milioni di euro eseguita dalla Dia di catania all’imprenditore Antonino Sciacca, già condannato per associazione mafiosa.

Sciacca è ritenuto inserito nella cosca attiva a Bronte e nei comuni limitrofi, punto di riferimento per Francesco Montagno Bozzone e Salvatore Catania, legati ai Santapaola-Ercolano.

Dalle indagini è stata evidenziata la realizzazione e la gestione illecita di una discarica abusiva di rifiuti speciali all’interno del Parco dell’Etna e l’attivita’ estrattiva abusiva di materiale vulcanico in una località sottoposta  vincolo ambientale.

La titolare dell’impresa è stata denunciata dal Corpo Forestale, con il contestuale sequestro dell’area  dove sono state scoperte attività di scavo nascoste ricorrendo al riempimento dei siti con materiali di risulta proveniente da altri luoghi e che hanno interessato anche zone a ridosso dell’acquedotto che serve i comuni della provincia di Enna.

In particolare è stata individuata un’area di circa 400 metri quadrati (ed un volume stimato di circa 800 metri quadri) per rifiuti speciali provenienti da demolizioni edili, sulla quale risultavano scaricate decine di metri cubi di terreno vegetale, allo scopo di occultare la modifica dei luoghi.

br