Tutto da rifare nel percorso giudiziario a Sebastiano Scuto il ‘re’ dei supermercati in Sicilia: la Corte d’appello di Catania, in revisione del provvedimento di primo grado, ha disposto una nuova confisca preventiva dei suoi beni e di quelli dei suoi familiari.

Ma non finisce qui a Scuto è stata imposta anche la sorveglianza speciale con l’obbligo di firma. Il legale di Scuto il professore Giovanni Grasso al quale è stato notificato il provvedimento ha  annunciato ricorso in Cassazione, lo ha definendolo”anomalo e ingiustificato”.

La confisca, comunque – spiega il penalista – non è eseguita perché non esecutiva: lo diventerà eventualmente dopo una decisione della Suprema Corte. La decisone della corte d’appello è di ieri, ma non è stata ancora depositata la motivazione con cui la seconda sezione penale della Corte di Cassazione, il 6 ottobre del 2016, ha annullato con rinvio la sentenza a 8 anni di reclusione per associazione mafiosa emessa, l’8 ottobre del 2015, dalla Corte d’appello di Catania nei confronti dell’imprenditore Sebastiano Scuto. Di fronte a un nuovo collegio si dovranno valutare, ha stabilito la Suprema Corte, i profili relativi alla determinazione del ‘tempus commissi delicti’, il trattamento sanzionatorio e la confisca dei beni.

E’ diventata invece definitiva l’assoluzione dall’accusa di avere gestito a Palermo centri commerciali in comune con i boss Bernardo Provenzano e i fratelli Lo Piccolo: la Cassazione ha rigettato su questo punto il ricorso della Procura generale di Catania.

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