La Direzione investigativa antimafia di Catania ha sequestrato beni stimati in due milioni di euro ritenuti riconducibili a Raffaele Donzelli, di 47 anni, imprenditore del settore del recupero e della trasformazione di materie plastiche nel Ragusano.

Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale su proposta del procuratore etneo e del direttore della Dia.

Nel maggio dello scorso anno l’imprenditore era stato arrestato per bancarotta fraudolenta in concorso con alcuni familiari. E’ ritenuto legato al clan ‘Dominante -Carbonaro’, come sostenuto in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere dell’ottobre 2019 confermata dal Tribunale del riesame un mese più tardi.

L’operazione venne condotta dalla Finanza di Gela nei confronti di tre persone accusate di aver provocato il fallimento di una loro società con la distrazione e dissipazione di beni attraverso un articolato sistema di acquisti e vendite ad altre aziende riconducibili allo stesso gruppo.

Contestualmentefu eseguito un sequestro preventivo per equivalente di una società con sede a Vittoria (Ragusa).

Secondo le accuse avrebbero causato il dissesto finanziario di un’azienda dedita alla raccolta e al riciclaggio di materie plastiche, la Sidi srl di Niscemi, attraverso passaggi di competenze e capitali ad altre 11 società fantasma, fino ad arrivare nel 2017 alla dichiarazione di fallimento per appropriarsi di 11 milioni di euro, 5 dei quali dovuti al fisco. Sono due imprenditori di Vittoria, Raffaele Donzelli, di 46 anni, e il padre, Giovanni Donzelli, di 71 anni, che avrebbero agito con la complicità di una donna, Claudia Fois, di 40 anni, originaria di Cassano d’Adda (MI). Sono tutti accusati di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio.

Per Raffaele Donzelli la Procura di Gela ha ottenuto dal Gip del tribunale l’ordine di custodia cautelare in carcere, per gli altri due invece gli arresti domiciliari. Con i soldi ricavati dal fallimento (pilotato per l’accusa da Raffaele Donzelli, che avrebbe venduto all’estero persino un’automobile aziendale di lusso, una Ferrari F430 spider del valore di 50 mila euro) sarebbe nata una nuova società, la Iblea Plast Srl con sede a Vittoria, che farebbe capo a dei prestanome dello stesso Donzelli, disponendo dei macchinari e dell’autorizzazione unica ambientale della Sidi Srl per poter continuare a operare.

Da ciò era scaturita, nel gennaio 2020, una misura ablativa nei confronti del padre, Giovanni Donzelli, accusato di avere avuto “rapporti con l’associazione di stampo mafioso riferibile alla Stidda, offrendo rifugi e covi a latitanti e mettendo a disposizione la propria casa per le riunioni tra gli esponenti dell’organizzazione mafiosa vittoriese e quelli appartenenti ad altri clan”. Per la Dda “l’associazione mafiosa avrebbe reimpiegato proventi illeciti in attività imprenditoriali riferibili a Raffaele Donzelli” e avrebbe aiutato le aziende “a sbaragliare la concorrenza servendosi di metodi criminali come l’intimidazione sistematica”. Tra i beni sequestrati dalla Dia ci sono anche due aziende operanti nel settore dell’abbigliamento, due autovetture, un motociclo, conti correnti e disponibilità bancarie.

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