La Dia di Catania ha eseguito un decreto di sequestro di beni per 5 milioni all’imprenditore di Vittoria (Rg), Giovanni Donzelli, 71 anni, emesso dal Tribunale di Catania sezione misure di prevenzione.
La ditta di Donzelli è specializzata nel settore del recupero e della trasformazione di materie plastiche. Con il provvedimento è stato disposto il sequestro di diverse aziende operanti nel settore della raccolta e riciclaggio della plastica, immobili e terreni, autovetture, conti correnti e disponibilità bancarie.
Giovanni Donzelli è stato arrestato insieme al figlio Raffaele e all’ex collaboratore di giustizia Claudio Carbonaro lo scorso 24 ottobre nell’operazione ‘Plastic free’ ed è accusato di diversi reati tra cui il traffico illecito di rifiuti aggravato.
Il provvedimento eseguito la Direzione Investigativa Antimafia di Catania, a seguito della proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata insieme al Procuratore della Repubblica di Catania.
Con il provvedimento è stato disposto il sequestro, per l’eventuale confisca, del patrimonio riconducibile allo stesso, al momento stimato in circa 5 milioni di euro, tra cui figurano, in particolare, diverse aziende operanti nel settore della raccolta e riciclaggio della plastica, svariati immobili e terreni, autovetture, conti correnti e disponibilità bancarie.
Il Tribunale di Catania dopo aver valutato gli elementi forniti dalla Dia e dalla Procura, ha ritenuto sussistente la “pericolosità sociale qualificata” Giovanni Donzelli, che considera contiguo alla Stidda che opera nel territorio di Vittoria dagli anni ’90.
Dal punto di vista patrimoniale è stata accertata l’assenza per lui ed i suoi familiari di risorse lecite idonee a giustificare l’entità degli investimenti effettuati ed è emersa una cospicua e generalizzata sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto. Secondo quanto accertato durante indagini compiute in passato, Donzelli avrebbe avuto significativi rapporti con l’associazione di stampo mafioso riferibile alla Stidda ed avrebbe offerto rifugi e covi per i latitanti, mettendo a disposizione la propria casa per le riunioni tra gli esponenti dell’organizzazione mafiosa di Vittoria e quelli appartenenti ad altri clan.
Numerosi collaboratori di giustizia hanno detto che Donzelli si è arricchito utilizzando il denaro frutto delle estorsioni gestite dal gruppo Dominante – Carbonaro che, decimato dalle sentenze di condanna e paventando provvedimenti restrittivi, aveva affidato il proprio capitale a persone insospettabili affinché lo reinvestissero in attività economiche apparentemente lecite.
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