Ecco i nomi degli indagati nell’ambito dell’operazione dei carabinieri denominata “Pandora”. In carcere sono finiti: Pietro Alfio Cosentino, detto “Piero” e il sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando. Arresti domiciliari per: Paolo Di Loreto, Giuseppe Monaco detto “Puccio”, Giovanni Naccarato e il consigliere comunale Mario Ronsisvalle. Sospesi per un anno dai pubblici uffici: il vicepresidente della Regione Luca Sammartino, Michele Platania, Domenico Cucinotta, Giuseppe Ferlito e Mario Stanganelli.

L’inchiesta Pandora

L’inchiesta dei carabinieri del Comando provinciale di Catania, grazie a intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche ed a servizi di osservazione a distanza, ulteriormente riscontrate da dichiarazioni di collaboratori di giustizia e acquisizioni documentali ha scoperchiato un vaso al cui interno ci sono diversi reati con altrettante accuse: voto di scambio politico-mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti. Accuse contestate, a vario titolo, agli 11 indagati tra cui esponenti politici, funzionari comunali ed imprenditori – dall’ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip di Catania Carla Aurora Valenti. Ma nell’inchiesta sono 30 le persone complessivamente indagate.

Le farmacie

Uno scambio di favori, con la riduzione del numero di farmacie a Tremestieri Etneo, per ottenere voti per l’allora candidata alle elezioni europee del 2020, Caterina Chinnici, totalmente estranea all’inchiesta, quando Luca Sammartino, allora deputato regionale, faceva parte del Partito democratico

. E’ una delle contestazioni mosse dalla Procura di Catania al vice presidente e assessore regionale della Lega che è indagato per corruzione ed è stato sospeso da incarichi pubblici per un anno. Sammartino, inoltre, si sarebbe servito di “personale dell’Arma dei Carabinieri, in servizio e in quiescenza, per attività di vigilanza e di ‘bonifica’ tecnica dei locali della sua segreteria” e cercando anche di “acquisire informazioni riservate circa l’eventuale pendenza a suo carico di procedimenti penali”.

La famiglia Ercolano Santapaola

Sono stati sin qui acquisiti gravi elementi indiziari in ordine a una pluralità di reati commessi, secondo la prospettiva accusatoria, nell’ambito della gestione amministrativa del Comune di Tremestieri Etneo (CT) e, in particolare, ad accordi stretti tra alcuni dei soggetti preposti al governo dell’Ente ed elementi vicini ad esponenti della cosca mafiosa Santapaola Ercolano.

Le risultanze investigative di natura tecnica sono state riscontrate dalle dichiarazioni accusatorie rese da alcuni collaboratori di giustizia, già affiliati alla medesima famiglia, ed in particolare Silvio Corra, già responsabile del gruppo Nizza, e Salvatore Bonanno, soggetto che aveva già fornito dichiarazioni di rilievo in tempi precedenti all’esecuzione delle indagini in argomento.

Dal complesso di elementi indiziari sarebbe emerso come Pietro Alfio Cosentino,  destinatario della custodia cautelare in carcere e referente del clan mafioso nel territorio di Tremestieri Etneo, si sia adoperato per garantire il rispetto di precisi accordi elettorali propedeutici all’elezione dell’attuale sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando.

I timori per Sammartino

In merito alla figura del Sammartino, è stata riscontrata la preoccupazione dello stesso di mettersi al riparo da eventuali attività di indagine in atto nei suoi confronti, escludendo dalle liste i soggetti in odore di criminalità organizzata, dei quali sembrerebbe essersi avvalso in occasione delle elezioni; lo stesso inoltre si sarebbe adoperato per porre in essere attività di vigilanza e di “bonifica” tecnica dei lo-cali della sua segreteria politica avvalendosi di personale dell’Arma dei Carabinieri in servizio ed in quiescenza, cercando inoltre di acquisire informazioni riservate circa l’eventuale pendenza a suo carico di procedimenti penali.

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