Almeno a ferragosto c’è una Sicilia che vince, che esulta, che ‘sale sul podio’ ( e lo fa per meriti ) e che fa gridare orgogliosamente “io sono siciliano”. La Sicilia olimpica.

Questo non significa che non si debba essere orgogliosi di essere siciliani durante il resto dell’anno, ma tra la Sicilia che vince alle olimpiadi di Rio e la Sicilia di tutti i giorni, purtroppo, c’è un abisso.

Almeno nel giorno di ferragosto, quindi, possiamo vantarci delle vittorie dei nostri atleti: protagonisti alle olimpiadi brasialiane e, in particolare, incontrastati padroni della scherma italiana.

Dopo Rossella Fiamingo ( argento ) e Daniele Garozzo ( oro ), anche Paolo Pizzo,  Enrico Garozzo e Marco Fichera hanno arricchito il medagliere italiano con un altro argento conquistato nella finale della gara a squadre di spada, persa contro la Francia.

E non importa da città o comune arrivino i vincitori.

È la Sicilia che vince e fa vincere l’Italia, provando a dimenticare, almeno a ferragosto, i problemi e le questioni irrisolte.

Godiamoci Pizzo,  Garozzo  e Fichera che salgono sul podio, godiamoci le spiagge piene nella notte di ferragosto e gli hotel sold out praticamente in tutta l’isola.

La Sicilia può farcela. Questa è storia vecchia. E lo sport dimostra che a farcela, più che la Sicilia, sono i siciliani, se è vero la maggior parte degli atleti è costretta a emigrare perchè in Sicilia le strutture sportive non esistono e quando esistono sono fatiscenti e vetuste.

Ed ecco che dalla soddisfazione per i risultati, si passa subito alle note dolenti che ci riportano alla realtà. Dei 18 atleti siciliani presenti a Rio, infatti, sono davvero pochi quelli che vivono la nostra terra, perchè per allenarsi nel migliore dei modi non si può rimanere in Sicilia.

In un sol colpo vengono alla mente i problemi. I comuni sull’orlo del dissesto, la crisi, le infrastrutture che mancano, le strade colabrodo e le ferrovie del dopoguerra. La spazzatura che fino a qualche giorno fa inondava le strade, le discariche al collasso e la disoccupazione alle stelle.

Almeno a ferragosto, però, concediamoci una pausa. In fondo siamo un popolo di ottimisti. Quindi meglio pensare alla vittorie, alle medaglie e alle feste sulle nostre splendide spiagge. Al resto, poi, penseremo da domani.