Continuano le indagini sull’aggressione di San Cono con il pestaggio di quattro migranti egiziani minorenni ospiti del Cpa, il centro di accoglienza per minori non accompagnati di San Michele di Ganzaria.

C’è un dubbio che ‘tormenta’ gli investigatori. Forse era un altro il bersaglio da colpire e non il migrante di 16 anni M.M, ancora ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Garibaldi di Catania.

Il commando, due persone sono ancora ricercate, armato con mazze da baseball, composto da Giacomo e Davide Severo e da Antonio Spitale forse ha commesso un clamoroso errore di persona. I tre avrebbero pestato un giovane scambiandolo per un altro.

Per l’aggressione dei migranti, i carabinieri hanno fermato e rinchiuso nel carcere di Caltagirone Giacomo e Davide Severo di 32 e 23 anni e di Antonino Spitale di 18: tutti residenti a San Cono.

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Ad inchiodare i due Severo e Spitale è stato un video che li riprende mentre picchiano e minacciano le vittime. Nei loro confronti la procura ha ipotizzato il reato di tentato omicidio e porto illegale di armi bianche.

Gli investigatori si concentrano su vecchi rancori legati ad alcune liti tra i migranti egiziani e i tre originari di San Cono. E in particolare su un episodio avvenuto a fine luglio durante una partita di calcetto in piazza tra Giacomo Severo e un migrante egiziano ospite del Cpa perché minorenne e poi trasferito dopo avere compiuto 18 anni prima allo Sprar di San Cono e poi a Grammichele.

A fare surriscaldare gli animi era stata una pallonata lanciata dall’egiziano contro il passeggino spinto dalla giovane moglie di Severo. Da lì le continue culminate con il violento pestaggio nelle campagne di San Cono.

Agli investigatori tocca fare luce sull’ipotesi, sempre più plausibile, dello scambio di persona dato che il migrante egiziano da 10 giorni non era più in paese.

Intanto, nel carcere di Caltagirone, si sono svolti gli interrogatori di garanzia dei fratelli Giacomo e Davide Severo di 32 e 23 anni e di Antonino Spitale, 18 anni.

I tre hanno risposto alle domande del gip Ettore Cavallaro si è riservato di decidere sulla custodia cautelare e se tramutare il fermo in arresto. “Sì siamo noi nel filmato, ma noi siamo le vittime, non gli aggressori. Le mazze le avevano in mano loro, noi gliele abbiamo tolte”.

Per l’avvocato Pietro Marino, legale difensore dei fratelli Severo e di Spitale: “Non c’è stata alcuna premeditazione, ma solo un fatto congiunturale dietro l’episodio di San Cono”.

“Due dei miei assistiti che come ogni sabato e domenica si recavano in paese a comprare i dolci – ha aggiunto l’avvocato Marino – sono intervenuti per sottrarre il terzo indagato proprio durante un’aggressione da parte degli egiziani. In pratica si sono solo difesi, non c’è stata alcuna imboscata. In questi giorni sono state scritte tante fesserie, ma ogni episodio che compone questa storia verrà chiarito in sede processuale”.

br-far

 

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