La legislazione italiana può essere scavalcata e non applicata se in conflitto con le scelte europee. E’ il principio sancito con sentenza dal tribunale di Catania che ha respinto una delle prime applicazioni della nuova norma sul trattenimento dei migranti. La questura di Ragusa aveva applicato la nuova procedura di frontiera nei confronti di quattro migranti che erano nel centro di trattenimento di Pozzallo chiedendo la convalida del trattenimento per 28 giorni per esaminare la domanda di protezione internazionale ma il giudice ordinario di Catania non ha convalidato stabilendo anche un’incredibile precedente.

Un decisione che sta sollevando un vespaio di polemiche contro la quale il Viminale annuncia ricorso. Lo fa con una nota ufficiale nel pomeriggio di oggi. Il ministero dell’Interno impugnerà il provvedimento del tribunale di Catania che ha negato la convalida del trattenimento di tre migranti: la fondatezza dei richiami giuridici contenuti nel provvedimento sarà quindi sottoposta al vaglio di un altro giudice. Sul banco degli accusati c’è il cosiddetto decreto Cutro che il governo ha intenzione di difendere da quelli che fonti vicine al Viminale definiscono attacchi della magistratura al potere legislativo.
Esiste un dossier migranti sottolineano, le stesse fonti, che racconta come “la procedura accelerata di frontiera è uno degli aspetti già contenuto nella direttiva europea 2013, che adesso trova oggi unanime consenso dei Paesi europei nell’ambito del nuovo patto per le migrazioni e l’asilo che si sta costruendo e che il Governo italiano ha disciplinato proprio con il decreto Cutro.

Ma per l’avvocato Riccardo Campochiaro, presidente del centro Astaldi di Catania, “La fideiussione bancaria personale richiesta dalla norma italiana non è compatibile proprio con la direttiva 33 del 2013 dell’Ue nella parte in cui non prevede che la garanzia possa essere prestata da terzi. Il giudice cita l’articolo 10 della Costituzione poiché alla luce di questo principio costituzionale non si può privare una persona del diritto di fare ingresso nel territorio italiano per chiedere protezione internazionale solo perchè proviene da un paese di origine ritenuto “sicuro”.

Dal Pd e dalle forze di sinistra si valuta, invece, solide le motivazioni della decisione assunte dal tribunale di Catania. una vicenda sulla quale si prepara una doppia battaglia, legale da un alto e politica dall’altro

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