“I criminali organizzati siete voi”: questo l’esplicativo striscione esposto dai 200 manifestanti che questo pomeriggio, davanti al porto di Palermo, si sono radunati per protestare contro la conferenza ONU svoltasi all’aula Bunker del carcere Ucciardone.  Secondo gli organizzatori, tra cui la Cgil, attorno al fenomeno delle migrazioni si sta costruendo “un’emergenza fittizia”. Sotto la lente d’ingrandimento di coloro i quali sono scesi in piazza, in particolare, è finito l’accordo sottoscritto fra Italia e Libia, annunciato questa mattina dal ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Le voci della protesta

“Oggi nel nome di Giovanni Falcone, più volte nominato nell’aula bunker, è stato firmato l’ennesimo accordo con la Libia – ha commentato Alessandra Sciurba, docente universitaria -. Nel nome dell’antimafia, non è possibile continuare a siglare accordi con paesi dittatoriali in cui i diritti umani non esistono chiedendogli di essere ancora più feroci, ancora più violenti”. Manifestanti che puntano il dito verso la lotta al diverso che, secondo loro, sarebbe trapelata dalla riunione di oggi. “E’ facile dire ‘non vogliamo a casa nostra lo straniero’ – ha evidenziato Fra Mauro Bulletta, parroco della chiesa dei Danisinni -. Ma è una definizione banale. L’altro è un essere umano come me che arricchisce noi stessi. Noi siciliani sappiamo bene che la mobilità fa parte della nostra cultura, così come l’accoglienza e il viaggiare proprio del Mediterraneo”.

“Raccontiamo una storia diversa rispetto a quella espressa dal nostro Governo – dice Maria La Bianca -, che viene a pubblicizzare la storia del ‘migrante a pagamento’ per evitarsi il carcere. Siamo contro tutte le frontiere e siamo per la libera circolazione delle persone sulla Terra”. Qualcuno parla addirittura di “organizzazione di facciata”. Come Fausta Ferruzza che, a proposito della conferenza ONU, dichiara che essa è “un passo per incrementare i morti nel Mediterraneo. Oltretutto con la copertura della lotta antimafia nel nome di Falcone e Borsellino che, voglio sperare, qualora fossero vivi avrebbero smentito questa linea”.

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