Eseguito all’Ospedale “Santa Marta e Santa Venera” un prelievo multiplo di organi da un giovane donatore. Sono stati prelevati fegato e reni.
“Ringraziamo i familiari per il loro nobile e meritorio gesto – afferma il direttore generale dell’Asp di Catania, Maurizio Lanza – che dona una vita nuova ad altri tre pazienti in lista d’attesa. Ringrazio altresì la Procura della Repubblica di Catania per l’attenzione espressa concedendo l’autorizzazione al prelievo degli organi”.
Il processo di donazione è stato gestito dall’Unità Operativa complessa di Anestesia e Rianimazione, diretta da Giuseppe Rapisarda, in stretta collaborazione con il Centro Regionale Trapianti, diretto dal dr. Giorgio Battaglia, e con il Coordinamento operativo, diretto da Bruna Piazza.
“Esprimiamo la nostra gratitudine a tutti gli operatori intervenuti, sia dell’Ospedale sia della Rete regionale dei trapianti, per l’umanità e la professionalità espresse in tutto il percorso – aggiunge Antonino Rapisarda, direttore sanitario dell’Asp di Catania -. Ringrazio in particolare dr. Battaglia per il suo infaticabile lavoro e per la sinergia costruita anche in questa occasione”.
“Rivolgo un sentito ringraziamento alla Procura della Repubblica di Catania che con grande sensibilità ha dato il nulla osta al prelievo degli organi permettendo di salvare la vita a tre pazienti in attesa di trapianto – afferma il dr. Giorgio Battaglia, coordinatore regionale del Centro Regionale Trapianti Sicilia -. Ringrazio inoltre la famiglia del donatore, tutto il personale sanitario e gli straordinari professionisti del CRT Sicilia“.
Il consenso al prelievo degli organi da parte dei familiari, è stato acquisito da. Rapisarda e da Sara Faraoni, psicologa del Centro Regionale Trapianti.
L’accertamento di morte cerebrale è stato eseguito da un’equipe composta dallo stesso Rapisarda, da Nuccio Raneri (dirigente della Direzione medica di Presidio) e da Orazio Spitaleri (dirigente medico di neurologia), con la collaborazione di Alessandra Di Maria (tecnico di neuro fisiopatologia). Le operazioni di prelievo hanno impegnato i sanitari per diverse ore.
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