Un Catania piccolo piccolo si arrende dinanzi ad una Juve Stabia che non ha bisogno di essere grande per asfaltare i rossazzurri, con la testa altrove, magari alle festività natalizie. A Castellamare il Catania non entra mai in partita, anzi, non entra mai in campo. Un Natale amaro per Rigoli, finito subito sul banco degli imputati, ma paradossalmente ancora più amaro per i tifosi rossazzurri che hanno deciso di seguire la squadra in Campania. Il 4 a 0 rifilato dalle ‘vespe stabiesi’ umilia più i sostenitori che i giocatori in campo, beffati dagli olè del pubblico nei minuti finali.

LA PARTITA. Rigoli conferma il tridente offensivo della sfida vinta contro la Casertana: ancora una volta Calil a supporto di Russotto e Mazzarani.

Appena un minuto e arriva già la prima occasione per la Juve Stabia, ma colpo di testa di Kanoute finisce a lato. Segnali negativi, perché il Catania, nei primi minuti, non scende in campo. Risultato? Izzillo inventa il tiro della domenica, anche se si gioca di giovedì, e batte Pisseri. Sette minuti e Juve Stabia già in vantaggio.

Immediata la reazione del Catania che reclama un calcio di rigore con Andrea Russotto, ma per l’arbitro non ci sono gli estremi per la massima punizione. Il numero 10 si erge a protagonista: pallone perfetto in area per Mazzarani che sbaglia clamorosamente il gol del pareggio.

Il Catania da la sensazione di essere in partita: manca solo l’ultimo passaggio, quello determinante e, forse, anche un attaccante centrale di peso, ruolo che ne Mazzarani ne Calil possono ricoprire. Meglio, dunque, affidarsi alle conclusioni dalla distanza come quella, proprio di Mazzarani, a metà tempo.

La partita la fa il Catania, senza incidere. A segnare, invece, è ancora la Juve Stabia, ancora con Izzillo, ma questa volta l’errore della difesa è macroscopico perché il numero 19 stabiese ha tutto il tempo di controllare il pallone al limite dell’area e battere Pisseri senza problemi.

Il Catania non c’è e anche l’arbitro, a dir il vero, ci mette del suo. Gil atterra un giocatore stabiese al limite dell’area: per tutti sarebbe punizione, per il direttore di gara è calcio di rigore. Ripa insacca battendo Pisseri per la terza volta.

In avvio di ripresa, Rigoli capisce che bisogna cambiare qualcosa per provare, almeno, a salvare la faccia. In campo Barisic e Di Grazia, fuori Bucolo e Calil. Nemmeno il tempo di posizionarsi in campo che Gil mette la ciliegina sulla torta ad una prestazione orribile e riesce a farsi espellere. Catania in 10: si complica tutto, forse, definitivamente.

Come se non bastasse arriva anche la quarta rete: il Catania cerca, invano, di attaccare, ma inevitabilmente si scopre e Lisi, tutto solo, non può che battere Pisseri. 4 a 0 pesante e umiliante: anche per questo Rigoli preferisce far uscire Russotto e inserisce un altro difensore, Nava. La sua partita dura pochissimo: per fermare Kanoute il difensore è costretto al fallo da ultimo uomo. Cartellino rosso e Catania in 9.

Finisce 4 a 0 e il Catania dovrà concedersi una seria riflessione: la partita Rigoli l’ha persa tatticamente, perché quando giochi a specchio con l’avversario e prendi 3 gol in un tempo, evidentemente qualcosa non ha funzionato. Sono emerse, poi, le lacune di alcuni singoli ( Gil su tutti ) che, verosimilmente non sono all’altezza di una piazza ambiziosa come Catania.