Il caso di Pino Maniaci è solo l’ultimo di una serie di episodi che gettano ombre sul mondo dell’antimafia.

E’ bene ricordare che molte delle inchieste avviate dalla magistratura di mezza Italia devono ancora arrivare ad un primo grado di giudizio, ma è indubbio che la questione scuote l’opinione pubblica.

Per questo il presidente della commissone Antimafia, Rosy Bindi, in visita a Paternò, non usa mezze parole per condannare quanto sta accadendo non solo in Sicilia:  “Potremmo dire che anche questo è un gioco mafioso – afferma – Non va usata l’antimafia per potere e per denaro. È’ chiaro che questi comportamenti vanno assolutamente condannati perché fanno sicuramente più male dei comportamenti tipici dei mafiosi“.

Il parlamentare dem ricorda il percorso che si sta facendo in commissione con una inchiesta proprio sull’antimafia: “Perché a fronte del comportamento sbagliato di alcuni non può essere delegittimato un movimento che invece in questi anni è stato molto importante: sia come antimafia istituzionale che come antimafia sociale”.

La Bindi con la freddezza che la contraddistingue usa parole severe: “Vanno smascherati coloro che dell’antimafia hanno fatto carriera, prestigio, occupazione di potere se non addirittura reato. Vanno smascherati, condannati. Occorre massima severità ma va anche parimenti rilanciato l’autentico movimento che lotta contro la mafia”.

Parlando proprio del direttore di Telejato finito nella bufera, Rosy Bindi ha ricordato che, qualche tempo fa, la commissione aveva sentito Maniaci in qualità di giornalista minacciato: “Francamente non mi va di sentirlo più perché non credo che possa aggiungere alla vicenda. La giustizia farà il suo corso e se attraverso l’opera della magistratura si svela un inganno si da un grande contributo”.

Secondo la presidente della commissione antimafia per superare il problema occorre “non anteporre nulla a questa battaglia che va combattuta da tutti, perché i problemi nascono quando nel nome dell’antimafia si conquistano posizioni di prestigio, si fa carriera, si vincono gli appalti, si diventa famosi come giornalisti e magari si finisce nelle mani dei poteri mafiosi che usano queste persone”.

Intanto rimbombano ancora le parole di Leoluca Orlando in occasione della visita di Renzi a Palermo, critiche al vetriolo a Confindustria finite già dagli avvocati: “Ha fatto dichiarazioni forti – dice Bindi – denunciare che c’è un potere cianciminiano in questo momento a Palermo in Sicilia, nei rifiuti, nell’acqua, nell’energia richiede chiarezza“.

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