E’ stata lanciata dal liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale, in provincia di Catania, e si è diffusa in tutta Italia la “Notte nazionale del liceo classico”.
L’iniziativa, caratterizzata da spettacoli, musica, teatro, enogastronomia, cominicia stasera alle 18 e si conclude a mezzanotte. Il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone ha scelto proprio il liceo acese per partecipare all’evento.”Sono simboli e testimonianze di una scuola – dice Faraone – che non si consuma su pagine ingiallite. Stasera centinaia di licei classici apriranno le loro porte ai territori per mostrare cosa è oggi il nostro patrimonio culturale studiato a scuola. Io sarò ad Acireale, nell’istituto in cui questa bella iniziativa è nata per poi diffondersi a livello nazionale”.
“Un’iniziativa – continua – che è una risposta a chi parla con toni rassegnati del calo dei licei classici italiani, scelti da appena il 6% dei nostri studenti l’anno scorso, superati di gran lunga dai licei scientifici o linguistici. Ai ‘discorsisti da salotto’ che affermano che questo percorso di studi sia scarsamente spendibile nel mondo del lavoro. A chi dice: ‘ma poi nel 2016 a cosa serve studiare ancora le lingue morte?’. Mantra che si ripetono in modo ossessivo al bar, davanti al portone di una scuola media tra mamme confuse per le scelte future dei figli, al supermercato o a tavola con gli amici. Ritornelli dai quali traspaiono due concezioni sbagliate della scuola di oggi: una scuola ‘mordi e fuggi’, dai risultati immediati ed effimeri, una scuola che preveda per i nostri ragazzi uno studio solo nozionistico e che non punti piuttosto – come credo sia giusto che sia – a sviluppare le loro competenze. I ragazzi devono sapere, non saper fare. Sbagliato”.
“Eventi di questo tipo – spiega Faraone – dimostrano che il liceo classico non è luogo della conservazione, museo del pensiero, raccolta di anticaglie chiuse in teche rese opache dalla polvere e dal tempo. È una realtà che può e deve dare tanto alla vita sociale ed economica del Paese. Così come ogni altro percorso del nostro sistema d’istruzione. Con #labuonascuola l’abbiamo detto chiaramente: la cultura classica – il nostro patrimonio culturale, storico, artistico – salverà l’Italia. Se il classico è in declino, la colpa è di chi lo vuole lasciare nella nicchia dei nostalgici. Funziona come nel marketing: le nicchie sono comode e danno grandi rendite se le sai presidiare, altrimenti il rischio è che si trasformino presto in loculi. Togliamo il liceo classico e con esso la nostra cultura e la nostra tradizione dall’abbraccio mortale dei laudatores temporis acti”.
“Il liceo classico – aggiunge il sottosegretario – ha ancora forza, se trova la capacità di rinnovarsi, di aprirsi ai tempi, di prendere la tradizione e declinarla al futuro. Non è un caso se abbiamo voluto introdurre l’alternanza scuola-lavoro obbligatoria anche nei licei classici. Ci è sembrata una scelta scontata. La scuola – qualsiasi scuola – apre al domani, chiede ai ragazzi di esercitare la loro creatività, la loro fantasia per immaginare strade non ancora battute. Ben vengano tutte quelle strade del domani che partono da una conoscenza profonda e sentita del nostro presente e del nostro passato. Perché la nostra cultura – conclude – può e deve diventare sempre più produttrice di Pil. ‘I giovani non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere’, lo diceva Plutarco, a proposito di classici. E ci vedeva lungo”.
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