Il presidente della commissione Lavoro all’Ars, Luca Sammartino del Pd, è indagato dalla Procura di Catania nell’ambito di un’inchiesta su presunte irregolarità in un seggio speciale allestito nel centro assistenza per anziani Maria Regina di Sant’Agata li Battiati per le scorse elezioni regionali in Sicilia, quando il candidato del Pd ottenne 32mila preferenze.

Sono complessivamente nove, come riporta il quotidiano La Sicilia, le persone iscritte nel registro degli indagati. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono “errore determinato dall’altrui inganno” e “falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale”.

Si tratta di Angelo Santi Borzì, Adalgisa Stella, Carmela Maria Grazia Cutuli, Giuseppina Piraneo, Matteo Mirone, Roberta Abate, Giulia Viscuso e Santa Caterina Maugeri. Sulle indagini vige uno strettissimo riserbo oltre che, come consuetudine, dagli uffici della Procura retta da Carmelo Zuccaro, anche dai legali degli indagati. L’inchiesta, che è nella sua fase preliminare, si sviluppa anche attraverso alcuni atti come l’ex 360 del c.p.p. (accertamenti tecnici non ripetibili) che prevede tra l’altro l’esecuzione di procedure come acquisizione di dati e o altro per i quali si informano gli stessi indagati che possono presenziare nominando anche un consulente di parte.

Nella serata di ieri Sammartino, sulla questione ha diffuso una nota: “Prendo atto che si stanno diffondendo delle voci circa un incidente probatorio disposto dal Gip presso il Tribunale di Catania in relazione a presunte irregolarità elettorali accadute in occasione delle ultime elezioni regionali e relative a un solo seggio elettorale su oltre mille sezioni della relativa circoscrizione. Non posso che confermare che la diffusione di queste notizie si riferisce a fatti e verifiche disposte diversi mesi addietro e che la magistratura sta doverosamente vagliando cosa possa essere accaduto, semmai accaduto, attesa la mia assoluta estraneità e mancata conoscenza di ogni risvolto concreto e ciò in quanto non mi sono mai occupato (e non mi occupo) di ciò che avviene in ogni singolo seggio elettorale”.

Le indagini della Digos della Questura, con accertamenti tecnici eseguiti anche dalla Polizia Postale di Catania, erano state avviate dopo il video pubblicato su un social network da un uomo che contestava il voto espresso dalla madre, interdetta, senza che nessuno degli figli avesse firmato la necessaria autorizzazione.

L’iscrizione nel registro degli indagati per tutti e nove avviene come ‘atto dovuto’ da parte della magistratiura per esperire tutti gli accertamenti