Antonino Speziale, condannato a otto anni di reclusione per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, ferito mortalmente il 2 febbraio del 2007 allo stadio Massimino durante il derby Catania-Palermo, “non può realizzare alcun ravvedimento” perché “ha manifestato sempre la sua innocenza” e quindi “non può pentirsi di un reato che non ha commesso”. Ad affermarlo è il suo legale, l’avvocato Giuseppe Lipera, nel ricorso presentato in Cassazione contro la decisione del Tribunale di sorveglianza di Caltanissetta di non concedere una misura alternativa a Speziale che è detenuto dal 14 novembre del 2012.

L’ultras del Catania, all’epoca dei fatti minorenne, compirà 31 anni a luglio. L’udienza si terrà il prossimo 12 marzo. Speziale si trova al momento nel carcere di Caltanissetta e deve ancora scontare 14 mesi di reclusione.

Il Tribunale di Sorveglianza di Caltanissetta aveva rigettato l’istanza con la quale la difesa aveva chiesto la concessione di una misura alternativa alla detenzione in carcere per l’uomo. Secondo i legali di Speziale, la Legge “disciplina il sacrosanto principio secondo cui la finalità principale della pena è quella rieducativa tendente ad evitare che il condannato in futuro possa tornare a realizzare reati di simili o di diversa natura da quelli per i quali questi si trova in regime di espiazione pena”. Speziale ha sempre ribadito la propria innocenza. Quindi, secondo il proprio difensore, non può pentirsi di un reato che non ha mai commesso. A rischio ci sarebbe la desocializzazione del 31enne.

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