Palermo torna a parlare dell’ ultras catanese Antonino Speziale condannato per i disordini del 2 febbraio del 2007 a margine della partita Catania- Palermo che portarono alla morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti.
Le strade e i muri della città sono state tappezzate di striscioni che ipotizzano la sua innocenza e rivendicano la sua libertà. Alle prime luci dell’alba, infatti, sono apparse decine di striscioni ove si legge “Sabato 19 ottobre, ore 17.00 centro sociale Anomalia. Speziale innocente”.
L’iniziativa è del centro sociale Anomalia. Per sabato, infatti,sono attesi arrivi di ultras da tutta la Sicilia per un incontro nel quale si tornerà a parlare proprio di Antonino Speziale, al tempo dei fatti ancora minorenne, che dal 2012 è recluso nel carcere di Caltanissetta e tornerà in libertà nel 2021.
L’iniziativa “Antonino Speziale- storia di una ingiusta detenzione” prevista, dunque, per sabato nei locali del centro sociale Anomalia (quartiere Borgo Vecchio, via Archimede ), si svilupperà nella forma di un dibattito in cui interverranno una serie di figure che, a vario titolo, hanno avuto un ruolo nella vicenda: il padre Roberto Speziale; Simone Nastasi, autore del libro “Il caso Speziale- cronaca di un errore giudiziario” edito nel 2013 da Bonfirraro edizioni; Piero Messina e Giuseppe Lo Bianco, giornalisti che hanno seguito con attenzione la vicenda.
“Se da una parte abbiamo una indagine aperta dalla DIGOS della questura di Palermo su uno striscione a firma Ultrà Curva Nord 12 inneggiante alla libertà di Speziale e le dichiarazioni del sindaco Orlando in linea con la posizione della questura stessa, dall’altra abbiamo chiare rivendicazioni di giustizia” scrivono dal Centro Anomalia.
“Di questa vicenda, che vede ormai da diversi anni affibbiato a Speziale una accusa pesantissima, è necessario discutere pubblicamente e collettivamente al fine di fare emergere finalmente la verità. Una verità insabbiata – si legge ancora nella nota del Centro sociale – dalla Questura di Catania, la quale ha contribuito in maniera sostanziale all’incarcerazione, ormai da più di 10 anni, di un ragazzo innocente. In generale, parlare del caso Speziale in questi termini, significa rivendicare quel fondamentale diritto alla libertà d’espressione e d’opinione e, cosa fondamentale, lottare per l’affermazione della giustizia che purtroppo non è uguale per tutti”.
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