Tre intercettazioni in carcere entrano a fare parte del processo per stalking a Luca Priolo, il giovane di 24 anni, accusato di avere ucciso a coltellate l’ex compagna, 20 anni, Giordana Di Stefano, madre della loro figlia.

Giordana fu trovata senza vita, il 6 ottobre 2015, con 42 colpi di coltello a Nicolosi, paese in provincia di Catania.

Le intercettazioni sono tre: due quelle registrate nel carcere di San Vittore a Milano e una in quello catanese di piazza Lanza in cui Antonio Luca Priolo parla con alcuni familiari.

La richiesta di acquisizione delle intercettazioni è stata depositata dal Pm Rosaria Molè e accolta dal presidente della seconda sezione penale del Tribunale di Catania, Ignazia Barbarino, davanti alla quale è cominciato il processo.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Sergio Di Mariano, si era opposta ritenendole ininfluenti. Il processo è stato aggiornato al prossimo 19 maggio per il conferimento dell’incarico al perito e poi riprenderà il 27 ottobre.

Per l’omicidio di Giordana, Luca Priolo è in carcere.

Priolo, dopo il delitto, in una strada vicino l’abitazione della giovane era fuggito e arrestato a Milano da carabinieri su segnalazione del comando provinciale di Catania.

L’omicidio è avvenuto nel giorno in cui si sarebbe dovuta tenere la prima udienza del procedimento, avviato dopo la denuncia della vittima il 3 ottobre del 2013. Nell’esposto Giordana segnalava di avere ricevuto sms assillanti, appostamenti e anche un’intrusione notturna in casa.

Da quell’episodio non erano più seguite altre segnalazioni e lei non si era costituita come parte lesa, ma la Procura di Catania aveva portato ugualmente avanti indagini e inchiesta.

 

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