Anche la Sicilia partecipa alla mobilitazione nazionale indetta dal trasporto pubblico non di linea per domani, 17 febbraio, con iniziative di protesta a Roma e in altre 7 città italiane. Dalle 10 del mattino, Federnoleggio Confesercenti sarà in presidio in piazza San Domenico, a Catania, davanti alla sede del governo regionale per manifestare contro le lentezze burocratiche della Regione nell’assegnazione dei sostegni, ricevuti al momento solo da una minima parte degli imprenditori del comparto.
La lettera al ministro
Nei giorni scorsi le maggiori sigle rappresentative del comparto hanno scritto al ministro del Lavoro Andrea Orlando, denunciando il rischio di chiusure massive. “Siamo stretti da un lato dalle restrizioni dovute al contenimento della pandemia – dice Giuseppe Contrafatto, presidente di Federnoleggio Sicilia – e dall’altro dall’inadeguatezza delle misure di sostegno. Ad essere stati ‘azzerati dalla pandemia’ sono tutti i nostri mercati di riferimento: incoming turistico, fieristico, business, scolastico. Gli interventi fin qui operati sia dal governo nazionale che dalla Regione – aggiunge – sono stati in larghissima maggioranza a beneficio del trasporto pubblico locale di linea, mentre i provvedimenti che dovevano aiutare imprese di noleggio con conducente e bus turistici, sono rallentati dai tempi e dai nodi della burocrazia regionale, riducendo la platea dei beneficiari effettivi ad una esigua minoranza”.
I numeri del comparto
In Sicilia, il comparto conta circa 3 mila imprese e 15 mila lavoratori impiegati. Per tutti, questo è il momento peggiore dall’inizio della pandemia: “Sono ripartite le rate dei leasing, di mutui e finanziamenti che pesano molto sui bilanci di un comparto immobile”, spiega Contrafatto. Oltre Roma, la mobilitazione nazionale coinvolge 7 città italiane dal nord al sud del paese: Milano, Napoli, Genova, Palermo, Torino, Catania, Campobasso.
Le rivendicazioni
Tra le richieste avanzate in tutte le piazze: la “rigenerazione” del mercato turistico, fieristico, congressuale, commerciale, delle gite scolastiche e di tutto ciò che è ancora fermo per paura delle quarantene. “Il lavoro in Europa e nel mondo sta tornando – si legge nella lettera inviata al ministro Orlando – se l’Italia decide che ad oggi non ci sono ancora le condizioni necessarie per lasciarsi alle spalle le restrizioni, il governo nazionale e il governo regionale ci accompagnino e ci sostengano fino a quando non arriverà quel momento”.
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